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Varapodio/ Gli effetti del maltempo del 9
dicembre: affollata assemblea di amministratori promossa dal
Prefetto e dalla Provincia
Appello dei sindaci: <<La Piana è in ginocchio>>
Vincenzo Vaticano
Da sx Caracciolo, Fazzolari, Cannatà - I
presenti alla riunione
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VARAPODIO – Promossa dal Prefetto e
dall'Amministrazione provinciale su iniziativa del presidente
Pietro Fuda e dell'assessore alla viabilità Alessandro Cannatà,
si è tenuta, presso l'aula consiliare, l'annunciata riunione
tecnico-operativa programmata, per quantificare ed esaminare
nel dettaglio, i danni causati (soprattutto alla viabilità)
dal violento nubifragio abbattutosi nei giorni scorsi su gran
parte del territorio del versante tirrenico meridionale e
della Piana in generale. Una riunione, a gran voce invocata
dai sindaci dei centri colpiti pesantemente (soprattutto
Varapodio ed Oppido) dall'eccezionale evento atmosferico, che
ha registrato la presenza di quasi tutti i rappresentanti dei
comuni interessati al problema. Oltre all'assessore
provinciale Cannatà e ai sindaci di Varapodio, Fazzolari, e di
Oppido, Rugolo, sono intervenuti la dr.ssa Stefania Caracciolo
in rappresentanza del prefetto, i consiglieri provinciali
Michele Bello, Francesco Inzitari, Michele Tripodi, Silvio
Gangemi, Rocco Biasi (sindaco anche di Taurianova) e i primi
cittadini Belcastro (Rizziconi), Surace (Cosoleto), Germanò (S.Cristina),
Albanese (Giffone), Cleri (S.Giorgio), Papa (Galatro), Mileto
(Scido). Presenti, anche, numerosi amministratori inviati dai
sindaci che per vari motivi non sono potuti intervenire:
Franco (assessore di Molochio), Bruzzì (assessore di Cittanova),
Abbia (vice sindaco di Palmi) Corrao (assessore di Rosarno),
Varone (assessore di Polistena), Fiorello (vice sindaco di
Maropati). I lavori - andati avanti fino a tarda ora - sono
stati introdotti dal sindaco Orlando Fazzolari e sono
proseguiti con la relazione dell'assessore provinciale Cannatà
il quale, illustrando l'estrema situazione di gravità emersa a
seguito di apposita ricognizione effettuata sul territorio, ha
dichiarato e rimarcato che << abbiamo voluto questa riunione
perché pensiamo che solo un'azione sinergica tra la Provincia
e gli enti locali possa risolvere l'enorme problema dei danni
causati dalla grave alluvione del 9 dicembre scorso>>.
Spiegando poi i numerosi interventi di somma urgenza disposti
dalla Provincia, con tutti i mezzi disponibili, per
fronteggiare in qualche modo l'emergenza, ha voluto plaudire
la solidarietà ed il coraggio dimostrato da quanti -
volontari, militari, civili - hanno messo a repentaglio la
propria incolumità, per prestare i soccorsi in una situazione
resa particolarmente difficile soprattutto dalla mancanza di
una rete di coordinamento della protezione civile. Per questo
motivo, dopo una generale discussione ricca di interventi
propositivi, un primo punto di convergenza è stato individuato
dall'assemblea, nella necessità di dotarsi, se possibile, di
un comune organismo di pronto intervento, o quantomeno di un
Piano organico di protezione civile per sapere, in caso di
emergenza, a chi rivolgersi, come attivarsi e cosa fare. La
principale determinazione adottata dagli amministratori
provinciali e comunali per gestire l'attuale fase di
emergenza, tuttavia, è stata quella di riconoscere alla
Provincia, quale ente sovracomunale, il ruolo di naturale
coordinatore delle iniziative da intraprendere per ottenere
gli indispensabili interventi idonei a risollevare le sorti di
un territorio attualmente "in ginocchio". Secondo quanto
concordato, sarà la Provincia - nella prossima riunione del 21
dicembre - a deliberare, col supporto della Prefettura, la
richiesta di riconoscimento dello stato di calamità naturale
per gli ingenti danni subiti dalle strade provinciali,
comunali, interpoderali, dalle campagne e in molte zone,
addirittura, dalle abitazioni. Entro tale data ogni Comune
invierà alla Provincia una relazione generale con la
quantificazione approssimativa dei danni e una copia delle
varie delibere adottate dalla Giunta per gli interventi di
somma urgenza effettuati o da effettuare nel prossimo futuro
per ripristinare, soprattutto, la viabilità rurale e
consentire la raccolta degli agrumi e delle olive. Una
questione, come è facilmente comprensibile, non solo di
viabilità ma di sopravvivenza in quanto l'agricoltura
costituisce una delle poche risorse economiche del territorio.
In sostanza, sia la Provincia che i Comuni si sono impegnati a
dar fondo a tutte le risorse disponibili in bilancio per
alleviare, quanto più possibile, i disagi ai cittadini da loro
amministrati. Con la speranza, è stato evidenziato, che prima
la Regione e successivamente il Ministero competente
dichiarino lo stato di calamità ed intervengano in maniera
adeguata. Se ciò non dovesse accadere è stata ventilata, come
extrema ratio, una possibile e generale dimissione da parte
dei sindaci i quali in assenza di aiuti adeguati si
troverebbero a fronteggiare problemi irrisolvibili. Va
evidenziato che mentre i rappresentanti dei comuni hanno
espresso apprezzamento per la fattiva opera della Prefettura e
della Provincia nel momento più critico della situazione, lo
stesso non può dirsi nei confronti dei responsabili della
Regione dei quali è stata lamentata l'assenza. A tal
proposito, l'assemblea, chiedendo la solidarietà dei diretti
interessati, ha deciso che venga formalmente richiesto
all'assessorato regionale competente, l'autorizzazione ad
utilizzare i dipendenti dell'Afor nell'attuale situazione di
emergenza e di difficoltà. Una solidarietà, è stato aggiunto,
che tutti i presenti, a prescindere dal colore politico, hanno
manifestato di recente agli operai dell'Afor in lotta per
l'assicurazione del posto di lavoro. Nel corso dei lavori,
ciascuno dei partecipanti ha più o meno descritto quello che è
accaduto nella sua zona; un quadro davvero desolante: campagne
e abitazioni allagate a Rizziconi dove ancora l'acqua non è
potabile; interi agrumeti e uliveti devastati nelle campagne
di Oppido, Varapodio, S.Cristina, Scido, Delianuova; la strada
provinciale Oppido-Ferrandina-Amato, interrotta in più punti
da voragini abissali per la cui riparazione occorrerà
parecchio tempo; strade interpoderali che non esistono più;
strade urbane, è il caso di Taurianova, trasformate in fiumi
in piena; campagne erose irrimediabilmente dalla piena delle
"fiumare"; abitazioni e scantinati allagati dappertutto;
automobili finite dentro tombini "saltati" per la pressione
dell'acqua nelle fogne; ingenti danni subiti dalle aziende
agricole con parziale perdita di olive ed agrumi. Tante
speranze, è fuori dubbio, sono state riposte nel Consiglio
provinciale che, va ancora ricordato, si riunirà il 21
dicembre per chiedere alla Regione di attivarsi ai fini della
dichiarazione dello stato di calamità naturale. Nel frattempo,
i sindaci, come deciso, avranno cura di informare i cittadini
di predisporre e conservare la documentazione necessaria
(foto, perizie ecc.) da produrre qualora si rendesse
necessario ai fini della richiesta di risarcimento dei danni
subiti.
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