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Oppido/ << Vietato ammalarsi dopo le ore
20>>
Ospedale, polemiche e malcontento
Vincenzo Vaticano
Il pronto soccorso
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OPPIDO – Così come in altri centri della
Piana, anche a Oppido serpeggia un evidente malcontento a
causa, soprattutto, del piano di riorganizzazione dei
servizi per l’emergenza estiva, elaborato, di recente, dalla
direzione dell’Asl n.10 di Palmi, in attesa dell’atto
aziendale che dovrebbe regolamentare l’assetto definitivo
dei presidi ospedalieri e dei servizi territoriali. Il
disappunto contro questo riordino provvisorio << che non
tiene conto delle effettive esigenze della popolazione>>
viene espresso, attraverso una formale nota, dalla locale
associazione “I ponti”; un sodalizio (Onlus), presieduto dal
don Benedetto Rustico, che opera attivamente sul territorio
nel campo sociale e culturale. Secondo i portavoce
dell’associazione (Vincenzo Vorluni e Pasquale Livoti),
oltre all’evidente volontà di depotenziare ulteriormente
alcuni ospedali convogliandone le risorse umane ed
economiche verso i cosiddetti poli chirurgici, emerge in
modo chiaro l’insufficienza dei pronto soccorso (h 12 e dopo
le 20 così come indicati dalla delibera del 5 luglio scorso)
a garantire all’utenza quel minimo di assistenza sanitaria
che si richiede nei casi di urgenza ed emergenza. << In
pratica – viene evidenziato – non ci si può permettere il
lusso di ammalarsi dopo le ore 20. Laddove, poi, i servizi
di radiologia e i laboratori di analisi risultano in
attività h 6, significa che alcune patologie si possano
trattare solo di mattina>>. Insieme a tante altre
considerazioni, viene infine rilevato come << la Direzione
aziendale, nell’elaborazione del Piano di attuazione del
riordino ospedaliero ha decretato la soppressione, per ora
provvisoria, dei pronto soccorso nei tre ospedali esclusi
dall’emergenza-urgenza, soprattutto in quello di Oppido che
per la sua oggettiva collocazione territoriale deve
necessariamente disporre di reparti di base completi ed
efficienti e di conseguenza anche produttivi; tra l’altro,
quello di Oppido è ospedale di “Montagna” e serve una vasta
popolazione, ricadente nel territorio della Comunità montana
versante tirrenico meridionale, che aumenta sensibilmente
durante il periodo estivo, nonché gli ospiti della comunità
“Incontro” di Don Gelmini situata a Zervò e, in estate, i
numerosi fedeli che si recano al santuario di Polsi>>. E’
evidente, secondo gli autori della nota, che il piano di
riorganizzazione sembra aver tenuto conto di tanti aspetti e
fattori che nulla hanno a vedere con il diritto alla salute
della gente. Intanto, in considerazione dell’attuale critica
situazione che vive l’ospedale cittadino, l’intero gruppo di
minoranza e due consiglieri della maggioranza hanno
richiesto la convocazione del consiglio comunale, aperto ai
cittadini, in via straordinaria ed urgente.
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