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Aspromonte / I
divulgatori agricoli lanciano l'allarme
parassiti
Vincenzo Vaticano
VARAPODIO – «Le condizioni ottimali di
sviluppo e di conservazione, dell'estesa copertura forestale
dell'Aspromonte, che costituisce un imponente esempio di
bellezza naturalistica, si stanno seriamente compromettendo a
causa di una serie di circostanze negative di varia natura in
particolar modo di origine parassitaria che alterano
profondamente gli equilibri esistenti ed espongono il nostro
patrimonio forestale a una condizione di grande instabilità».
Le suddette considerazioni che assumono le sembianze di un
vero e proprio allarme, quasi un Sos di natura ecologica e
ambientale, provengono da un gruppo di divulgatori agricoli
dell'Arssa (dott.ssa Leto, dr. Franco, dr. Penna, dr. Crupi,
dr. Caridi) che insieme con il prof. Luciano della facoltà di
Agraria dell'Università di Sassari, al prof. Rotundo della
facoltà di Agraria dell'Università di Campobasso e al dr.
Roversi dell'istituto di Entomologia di Firenze, si stanno
interessando del problema, lavorando a un progetto finanziato
dalla Cee e finalizzato allo studio vitale dei parassiti,
nella fattispecie lepidotteri, responsabili della
defogliazione. La predisposizione del progetto, è stato
rilevato, si è resa necessaria per migliorare sia la
comprensione dei diversi fattori coinvolti nella dinamica
della popolazione dei defogliatori forestali, sia le
metodologie di lotta da applicare. Responsabili delle
defogliazioni più o meno intense ed estese a carico delle
quercete, leccete e faggete, sono alcune specie di lepidotteri
il cui nome scientifico è quello di «Limantria dispar» e «Mala
cosoma neustria». L'attacco delle larve che raggiungono i 4-5
cm di lunghezza, si traduce nella defogliazione totale di
estesi comprensori forestali. Secondo gli addetti preposti
alla risoluzione del problema, tale defogliazione totale
ripetuta, in coincidenza con altri fattori ecologici
sfavorevoli, oltre ai danni diretti sulle piante, può
comportare effetti più generali di modifica dell'ecosistema.
Relativamente ai rimedi da adottare, viene evidenziato come,
fino a qualche anno addietro, si faceva ricorso quasi
esclusivo a mezzi chimici, i quali hanno comportato effetti
collaterali negativi sull'entomofauna utile e sull'ambiente in
generale. Sarebbe opportuno, quindi, sempre secondo gli
addetti ai lavori, solo in casi eccezionali ricorrere a tale
intervento, proponendo in alternativa l'uso di sistemi
ecocompatibili (agenti entomopatogeni) che svolgono un ruolo
importante nella regolazione delle popolazioni dei
defogliatori. Tali agenti sono i principali candidati a
sostituire gli insetticidi chimici. È comunque auspicabile e
urgente, viene infine ribadito, attuare un insieme articolato
di azioni, che veda l'impegno congiunto di tutti gli organismi
competenti proteso a evitare ulteriori scompensi ecologici e a
ristabilire in forma diffusa gli originali equilibri floro-faunistici presenti ormai solo in alcune ristrette
plaghe forestali. |
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