22 GIUGNO 2000  
 
Aspromonte / I divulgatori agricoli lanciano l'allarme parassiti

 Vincenzo Vaticano


 VARAPODIO – «Le condizioni ottimali di sviluppo e di conservazione, dell'estesa copertura forestale dell'Aspromonte, che costituisce un imponente esempio di bellezza naturalistica, si stanno seriamente compromettendo a causa di una serie di circostanze negative di varia natura in particolar modo di origine parassitaria che alterano profondamente gli equilibri esistenti ed espongono il nostro patrimonio forestale a una condizione di grande instabilità». Le suddette considerazioni che assumono le sembianze di un vero e proprio allarme, quasi un Sos di natura ecologica e ambientale, provengono da un gruppo di divulgatori agricoli dell'Arssa (dott.ssa Leto, dr. Franco, dr. Penna, dr. Crupi, dr. Caridi) che insieme con il prof. Luciano della facoltà di Agraria dell'Università di Sassari, al prof. Rotundo della facoltà di Agraria dell'Università di Campobasso e al dr. Roversi dell'istituto di Entomologia di Firenze, si stanno interessando del problema, lavorando a un progetto finanziato dalla Cee e finalizzato allo studio vitale dei parassiti, nella fattispecie lepidotteri, responsabili della defogliazione. La predisposizione del progetto, è stato rilevato, si è resa necessaria per migliorare sia la comprensione dei diversi fattori coinvolti nella dinamica della popolazione dei defogliatori forestali, sia le metodologie di lotta da applicare. Responsabili delle defogliazioni più o meno intense ed estese a carico delle quercete, leccete e faggete, sono alcune specie di lepidotteri il cui nome scientifico è quello di «Limantria dispar» e «Mala cosoma neustria». L'attacco delle larve che raggiungono i 4-5 cm di lunghezza, si traduce nella defogliazione totale di estesi comprensori forestali. Secondo gli addetti preposti alla risoluzione del problema, tale defogliazione totale ripetuta, in coincidenza con altri fattori ecologici sfavorevoli, oltre ai danni diretti sulle piante, può comportare effetti più generali di modifica dell'ecosistema. Relativamente ai rimedi da adottare, viene evidenziato come, fino a qualche anno addietro, si faceva ricorso quasi esclusivo a mezzi chimici, i quali hanno comportato effetti collaterali negativi sull'entomofauna utile e sull'ambiente in generale. Sarebbe opportuno, quindi, sempre secondo gli addetti ai lavori, solo in casi eccezionali ricorrere a tale intervento, proponendo in alternativa l'uso di sistemi ecocompatibili (agenti entomopatogeni) che svolgono un ruolo importante nella regolazione delle popolazioni dei defogliatori. Tali agenti sono i principali candidati a sostituire gli insetticidi chimici. È comunque auspicabile e urgente, viene infine ribadito, attuare un insieme articolato di azioni, che veda l'impegno congiunto di tutti gli organismi competenti proteso a evitare ulteriori scompensi ecologici e a ristabilire in forma diffusa gli originali equilibri floro-faunistici presenti ormai solo in alcune ristrette plaghe forestali.

 

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