VARAPODIO
– “Il ponte sul Marro: storia del vecchio ponte, demolizione
dopo l’alluvione del gennaio 2009, costruzione del guado e
progetto del nuovo ponte in campata unica”. E’ stato il tema
della lezione-conferenza che l’Università della terza età ha
organizzato - presso l’auditorium del Centro culturale
polivalente – in occasione dell’inizio del suo sesto anno di
(proficua) attività. A relazionare sull’argomento, davanti
ad un numeroso ed interessatissimo uditorio, è stato l’ing.
Bruno Polifroni, professionista del luogo e coautore,
unitamente all’arch. Santo Fedele (anche lui del luogo), del
progetto per la ricostruzione dell’importante struttura
viaria. Introdotto dall’ing. Riccardo Carbone, responsabile
dell’Ute, Polifroni, prima di illustrare i caratteri
tipologici del progetto, è andato un po’ a ritroso nel
tempo, precisando come l’attraversamento del torrente Marro
costituisce da sempre una “via di fuga” strategica delle
zone preaspromontane in direzione di Gioia Tauro, cioè verso
il mare. << La prima costruzione del ponte di cui si ha
traccia – secondo Polifroni – risale ai primi del 900; fu
poi distrutto dai tedeschi, durante la loro ritirata alla
fine della seconda guerra (prova della sua importanza
strategica) e ricostruito nel 1948. Il ponte appena demolito
aveva 60 di vita>>. La sua demolizione, è il caso di
ricordare, si è resa necessaria dopo i danneggiamenti subiti
nel corso dell’alluvione di gennaio dello scorso anno. La
sua inagibilità, è ancora il caso di ricordare, ha prodotto
dei disagi di enorme entità per gli abitanti di un vasto
comprensorio, costretti a utilizzare per i propri
spostamenti, dei percorsi alternativi estremamente
penalizzanti. Solo la costruzione, alcuni mesi fa, di una
pista alternativa provvisoria ha rimosso lo stato di semi
isolamento del territorio con grande sollievo di intere
comunità locali. Con l’ausilio di alcune diapositive, l’ing.
Polifroni ha mostrato nei minimi particolari le diverse fasi
della costruzione della suddetta pista, concepita per
“guadare” il torrente fino alla ricostruzione del nuovo
ponte. Un ponte che, secondo quanto illustrato dal tecnico
progettista, << sarà disposto con l’asse principale
perfettamente coincidente a quello del ponte demolito>>.
Rispetto a quello preesistente che poggiava su due pile,
esso sarà ad un'unica campata. << La struttura orizzontale –
ha precisato Polifroni tra tante altre cose – è costituita
da 3 travi portanti in acciaio “Corten” lunghe 52 metri. La
sezione stradale utilizzata, molto più ampia di quella
esistente, ha una larghezza carrabile di 8 metri e mezzo.
L’impalcato poggia esclusivamente su due spalle in cemento
armato le quali scaricano a loro volta la pressione sul
terreno mediante pali profondi 25 metri sotto terra>>. Il
relatore ha voluto, infine, sottolineare la notevole
complessità di esecuzione dell’opera e l’innovazione del
progetto, uno dei primi in Italia a rispettare le norme
antisismiche varate dopo il terremoto dell’Abruzzo.