23 giugno 2000  
 
Varapodio / Proviene dagli Usa e minaccia le colture
Agricoltori alle prese con un nuovo insetto

 Vincenzo Vaticano


 VARAPODIO – Gli agricoltori della Piana di Gioia Tauro, messi in ginocchio e in enorme disagio economico finanziario dalla grave crisi che ormai da parecchi anni attanaglia il settore, devono, purtroppo, «fare i conti» e affrontare una nuova emergenza rappresentata dalla seria minaccia delle coltivazioni agricole da parte di un nuovo insetto originario del Nord America e appartenente alla famiglia degli «Omottori». La sua presenza è stata individuata da alcuni anni, nella Piana, in modo sporadico, ma nell'ultimo anno la diffusione è notevolmente aumentata. A segnalare questo nuovo inconveniente per gli agricoltori è una fonte alquanto autorevole: la dott.ssa Lidia Viterale del Centro divulgazione agricola n. 17 dell'Arssa, la quale, tiene a precisare che, l'insetto (Metcalfa Pruinosa), a causa della sua polifagia, colonizza oltre 200 specie di piante sia coltivate che spontanee, sia erbacee che arboree, e costituisce un serio pericolo per l'agricoltura, anche perché, nell'ambito delle piante arboree, attacca agrume, olivo, vite, kiwi, fico, nocciolo ecc. Vengono inoltre attaccate numerose piante ornamentali sia in vaso che in giardino. La dott.ssa Viterale, dopo aver descritto in modo scientifico e analitico la causa dei danni alle colture nonché il ciclo biologico e l'ambiente ottimale in cui tali insetti si riproducono, afferma come le infestazioni della «Metcalfa Pruinosa» interessano anche le zone urbane, in particolare i viali alberati, le aiuole e le piante ornamentali dei giardini senza però comportare un reale pericolo per la salute se non sotto forma di una fastidiosa entomofobia. Quali rimedi, in conclusione, per combattere e debellare questo dannoso parassita? La dott.ssa Viterale afferma che la lotta chimica è resa difficile da diversi fattori: la polifagia dell'insetto, la mobilità degli adulti, la scalarità delle nascite, la protezione della cera, la veloce capacità di reinfestazione e altre circostanze. Perlatro, aggiunge la ricercatrice, la lotta chimica non è risolutiva in quanto si raggiunge un indice di mortalità massimo del 70%. Oltretutto, in ambiente urbano, per motivi di sicurezza, è sconsigliabile effettuare la lotta chimica con fitofarmaci di sintesi. Neanche il controllo biologico attraverso l'utilizzo di predatori e parassitoidi indigeni, viene rilevato, è risultato sufficiente a contenere le infestazioni di questi insetti, mentre il controllo biologico attraverso un parassitoide, specifico della «Metcalfa», introdotto nel 1987, viene già applicato nelle regioni settentrionali dove il problema «Metcalfa» esiste da alcuni anni. Per evitare una maggiore diffusione dell'infestazione, salvaguardando nel contempo l'agroecosistema esistente, sarebbe auspicabile, secondo gli addetti ai lavori, una sinergia degli organismi competenti operanti sul territorio al fine di evitare costosi e isolati interventi poco incisivi per il controllo del parassita.

 

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