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Varapodio
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Proviene dagli Usa e minaccia le
colture Agricoltori alle prese con un nuovo
insetto
Vincenzo Vaticano
VARAPODIO – Gli agricoltori della Piana
di Gioia Tauro, messi
in ginocchio e in enorme disagio economico finanziario dalla
grave crisi che ormai da parecchi anni attanaglia il settore,
devono, purtroppo, «fare i conti» e affrontare una nuova
emergenza rappresentata dalla seria minaccia delle
coltivazioni agricole da parte di un nuovo insetto originario
del Nord America e appartenente alla famiglia degli
«Omottori». La sua presenza è stata individuata da alcuni
anni, nella Piana, in modo sporadico, ma nell'ultimo anno la
diffusione è notevolmente aumentata. A segnalare questo nuovo
inconveniente per gli agricoltori è una fonte alquanto
autorevole: la dott.ssa Lidia Viterale del Centro divulgazione
agricola n. 17 dell'Arssa, la quale, tiene a precisare che,
l'insetto (Metcalfa Pruinosa), a causa della sua polifagia,
colonizza oltre 200 specie di piante sia coltivate che
spontanee, sia erbacee che arboree, e costituisce un serio
pericolo per l'agricoltura, anche perché, nell'ambito delle
piante arboree, attacca agrume, olivo, vite, kiwi, fico,
nocciolo ecc. Vengono inoltre attaccate numerose piante
ornamentali sia in vaso che in giardino. La dott.ssa Viterale,
dopo aver descritto in modo scientifico e analitico la causa
dei danni alle colture nonché il ciclo biologico e l'ambiente
ottimale in cui tali insetti si riproducono, afferma come le
infestazioni della «Metcalfa Pruinosa» interessano anche le
zone urbane, in particolare i viali alberati, le aiuole e le
piante ornamentali dei giardini senza però comportare un reale
pericolo per la salute se non sotto forma di una fastidiosa entomofobia. Quali rimedi, in conclusione, per combattere e
debellare questo dannoso parassita? La dott.ssa Viterale
afferma che la lotta chimica è resa difficile da diversi
fattori: la polifagia dell'insetto, la mobilità degli adulti,
la scalarità delle nascite, la protezione della cera, la
veloce capacità di reinfestazione e altre circostanze.
Perlatro, aggiunge la ricercatrice, la lotta chimica non è
risolutiva in quanto si raggiunge un indice di mortalità
massimo del 70%. Oltretutto, in ambiente urbano, per motivi di
sicurezza, è sconsigliabile effettuare la lotta chimica con
fitofarmaci di sintesi. Neanche il controllo biologico
attraverso l'utilizzo di predatori e parassitoidi indigeni,
viene rilevato, è risultato sufficiente a contenere le
infestazioni di questi insetti, mentre il controllo biologico
attraverso un parassitoide, specifico della «Metcalfa»,
introdotto nel 1987, viene già applicato nelle regioni
settentrionali dove il problema «Metcalfa» esiste da alcuni
anni. Per evitare una maggiore diffusione dell'infestazione,
salvaguardando nel contempo l'agroecosistema esistente,
sarebbe auspicabile, secondo gli addetti ai lavori, una
sinergia degli organismi competenti operanti sul territorio al
fine di evitare costosi e isolati interventi poco incisivi per
il controllo del parassita. |
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