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VARAPODIO – Due strade per ricordare
altrettanti personaggi prestigiosi cui la cittadina ha dato i
natali: Carmelo Faccioli e don Teodoro Rositani.
Due figli illustri che l’Amministrazione comunale - dopo tanti
lustri dalla loro scomparsa - ha voluto commemorare e fare
conoscere alle nuove generazioni, intitolando loro due vie del
paese (parte di via Lisello e vico Sole) con la benedizione di
due lapidi marmoree impartita dal parroco don Mimmo Caruso nel
corso di una cerimonia che, oltre a tantissimi cittadini, ha
registrato la presenza di alcuni eredi di Faccioli e Rositani.
L’alto profilo biografico dei due personaggi è stato tracciato
dall’ex sindaco on. Guglielmo Rositani ( membro del Cda Rai) e
dall’attuale primo cittadino Orlando Fazzolari richiamando
diverse fonti storiche e varie testimonianze dirette, ma,
soprattutto, “attingendo” le notizie essenziali da quanto
tramandato dal compianto don Antonino De Masi nella sua
imponente monografia “Varapodio ieri e oggi”, autentica pietra
miliare della storia varapodiese.
Carmelo Faccioli (1792 - 1861) è stato uno studioso, ma
soprattutto un patriota che profuse le sue energie, nei cruciali
anni della prima metà dell’ottocento, per affermare le sue idee
liberali e dare, quindi, il suo contributo per il “compimento”
dell’unità d’Italia. Laureatosi in giurisprudenza a Napoli,
Faccioli forgiò e maturò convinzioni politiche che non pochi
problemi gli causarono con la polizia borbonica. Nel 1830,
infatti, fu imprigionato; dopo la scarcerazione rientrò a
Varapodio dove, continuando la sua attività politica ed
ideologica, fu eletto per due anni sindaco. Pubblicò diverse
opere, ma la sua fama di storico e letterato derivò,
essenzialmente, dalla pubblicazione, nel 1846, della voluminosa
“Ricerca su’ Bruzi e su’ moderni Calabri”. Ad aprile del 1848
venne eletto al Parlamento napoletano. Costretto a rientrare a
Varapodio, dopo lo scioglimento del Parlamento, fu per lungo
tempo sottoposto a sorveglianza da parte della polizia.
Teodoro Rositani (1881 - 1950), sacerdote, musico, compositore,
esercitò per oltre 40 anni il suo ministero pastorale
impegnandosi in molteplici attività.. La comunità varapodiese
ancora oggi ricorda il suo strenuo impegno (anche fisico e
manuale) e i sacrifici affrontati nell’opera di ricostruzione
della chiesa di S.Nicola, distrutta dal terremoto del 1908. Fu
molto versato in musica ed amava comporre (messe, litanie, canti
e inni). Tra le tante composizioni non sacre rimangono famose
“Canto di primavera”, “Notturno per pianoforte” e “L’eco del
bosco”. Suonava con maestria l’organo e il pianoforte. << La sua
morte - venne scritto su “Parva Favilla - Gente di Calabria” -
lascia un solco profondo nel cuore della gente di quanti
conobbero il sacerdote e l’uomo>>.
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