VARAPODIO - "Assassinato perché non si è voluto piegare
alla ndrangheta". Così i giornali titolavano in prima
pagina, nel lontano 1996, l'uccisione di Nino Polifroni, 46
anni, imprenditore vittima della criminalità organizzata e
come tale formalmente riconosciuto dallo Stato.
Per
ricordare Polifroni, a 12 anni dalla tragica scomparsa, i
congiunti, supportati dal locale Istituto scolastico
comprensivo e dall'Amministrazione comunale, hanno
riproposto il concorso scolastico per l'assegnazione – da
parte della famiglia – di 20 assegni di studio consegnati ai
ragazzi della scuola primaria e secondaria di primo grado
nel corso di una cerimonia volutamente svolta nel giorno in
cui dappertutto si è celebrato il giorno della memoria delle
vittime della criminalità organizzata.
Il
dirigente scolastico e il vice sindaco Orlando Fazzolari
hanno tracciato il profilo dell'imprenditore, considerato
una risorsa per l'economia del paese, il quale «nel momento
in cui si apprestava a godere i frutti del suo duro lavoro,
iniziato da adolescente, è stato barbaramente stroncato da
mano criminale».
Unitamente ai familiari dell'imprenditore assassinato, tanti
i presenti alla manifestazione: il vice prefetto Enzo
Covato; i consiglieri provinciali Rocco Biasi e Francesco
D'Agostino; il maresciallo dei carabinieri Raffaello
Ballante; il comandante della Polizia municipale Domenico
Papalia; don Mimmo Caruso. Moltissimi, anche i cittadini che
hanno affollato il Centro culturale polivalente che ha
ospitato la manifestazione.
Diversi, comunque, i rappresentanti istituzionali che, pur
avendo assicurato la loro presenza, non sono intervenuti.
«Hanno perso l'occasione – ha dichiarato l'ing. Bruno
Polifroni, figlio dell'imprenditore ucciso – di suffragare
con i fatti il loro proclamato impegno in tema di legalità;
anche perché – ha aggiunto – la manifestazione non aveva
come oggetto la presentazione di un libro o l'inaugurazione
di un impianto sportivo, ma qualcosa di ben più importante».
Alcuni videoclip e una recita – densa di contenuti inerenti
la lotta alla mafia – messa in scena dagli alunni guidati
dai docenti Angela Raco (regista), Mimma Ferraro, Francesco
D'Agostino, Michele Lando e Daniela Epifanio (responsabile
progetto legalità), hanno preceduto la consegna delle targhe
e degli assegni di studio (dell'importo di duecento euro
ciascuno).
Questi gli alunni premiati: Maria Pia Artieri, Rocco Managò,
Giuseppe Alessi, Giovanni Tropeano, Clarissa Ferrinda,
Antonino Rugolo, Filippo Attanà, Elena Oncioiu, Vincenzo
Papalia, Tiberio Schepis, Martina Licopoli, Antonio Saraceno
(scuola primaria); Concetta Bagnato, Mario Madafferi, Rocco
Bagnato, Graziella Lucisano, Domenica Garipoli, Vincenzo
papalia, Caterina Conte, Vincenzo Randazzo (scuola media).