24 APRILE 2001  
 
  L'agguato teso lungo una stradina di campagna
Esecuzione mafiosa a Varapodio

 


 VARAPODIO ( m.a.) – Terrificante delitto ieri mattina nelle campagne di Varapodio, piccolo centro della Piana di Gioia Tauro. A cadere sotto i colpi di uno o più killer è stato Annunziato Donato, 60 anni compiuti da poco, sposato e padre di tre figli. Il suo corpo ormai privo di vita è stato rinvenuto dopo una telefonata anonima giunta intorno alle ore 13,30 alla Stazione dei Carabinieri di Varapodio riverso in una pozza di sangue in un podere di sua proprietà in località Runci a pochissima distanza dal centro abitato. L'uomo, un piccolo proprietario terriero, era titolare di un frantoio. Le sue giornate le trascorreva prevalentemente in campagna nella sua proprietà. Un'abitudine questa, conosciuta dai suoi assassini che lo hanno atteso lungo una stradina che conduce in un uliveto e gli hanno scaricato numerosi colpi di arma da fuoco, verosimilmente fucili caricati a pallettoni, che gli hanno devastato il petto provocandogli una morte quasi istantanea. In località Runci oltre ai militi della Stazione di Varapodio sono giunte numerose pattuglie del Nucleo operativo della Compagnia di Taurianova con il capitano Massimo Cagnazzo, da pochi giorni al comando della Compagnia dei carabinieri che ha diretto le prime operazioni e l'avvio delle indagini. Annunziato Donato era già noto alle forze dell'ordine per precedenti reati a suo carico tra i quali quelli di detenzione abusiva di armi, lesioni personali e reati contro il patrimonio. L'agguato, secondo una prima ricostruzione effettuata dagli inquirenti sarebbe avvenuto intorno a mezzogiorno. La morte di Donato, infatti, secondo quanto accertato dal medico legale dott. Giuseppe Lombardo che ha proceduto all'esame esterno del cadavere, risalirebbe proprio a quell'ora o comunque nella tarda mattinata. Dopo i rilievi di rito, il corpo della vittima è stato trasportato anche su disposizione del magistrato di turno presso la Procura della Repubblica di Palmi dottoressa Paola Caporale presso l'obitorio dell'ospedale di Taurianova dove nella giornata di oggi dovrebbe essere eseguito l'esame autoptico. Le indagini avviate sin da subito dagli inquirenti appaiono difficili. Il lavoro investigativo viene svolto con accurata attenzione senza escludere nessuna pista. Nel pomeriggio di ieri numerose persone sono state sottoposte a interrogatorio. Anche se vige il massimo riserbo i carabinieri puntano a ricostruire gli ultimi giorni della vittima e a tal proposito hanno lungamente sentito i suoi familiari per cercare di capire se nei giorni precedenti possa avere avuto qualche diverbio con qualcuno. Non viene escluso inoltre un possibile legame con la morte del fratello Saverio anch'egli ammazzato lo scorso giugno lungo la Statale 111 in prossimità di Cannavà, una piccola frazione di Rizziconi, sempre nella Piana di Gioia Tauro. A seguito delle successive indagini i carabinieri arrivarono all'arresto dei presunti assassini, due persone, una di Castellace e un'altra di Varapodio in attesa di giudizio. Anche se la vittima aveva vecchi precedenti penali negli ultimi tempi sembrava vivere onestamente. Ciò rappresenta un vero rompicapo per gli inquirenti che comunque stanno lavorando sodo proprio per cercare di fare luce sull'omicidio il cui movente e gli autori per il momento sono sconosciuti.

 

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