Vincenzo VaticanoOPPIDO
-Dopo le molte iniziative intraprese da
rappresentanti politici, sindacali ed istituzionali
per evidenziare e richiedere la soluzione dei sempre
più evidenti problemi che interessano l'ospedale, un
ulteriore e clamoroso gesto di protesta è stato
messo in atto dai cittadini con l'occupazione del
palazzo comunale. Un'azione che i manifestanti,
costituitisi spontaneamente in assemblea popolare
permanente, hanno intenzione di portare avanti «fino
alla revoca degli atti dell'Asl n.10 emessi in
violazione della legge regionale, la cui applicazione
mette in serio pericolo la salute dei cittadini del
territorio montano». Il comitato evidenzia che la sua azione
di lotta è assolutamente estranea e indifferente al
confronto politico-amministrativo tra la maggioranza e
l'opposizione in consiglio comunale. «Stanchi delle
illegalità e dei soprusi perpetrati dalla dirigenza
dell'Asl 10 di Palmi – scrive il comitato –
intraprenderemo ogni civile e libera iniziativa a tutela
della salute, affinché nel prossimo piano sanitario
regionale, al presidio di Oppido venga mantenuta la sua
naturale qualificazione di ospedale di montagna.
Riterremo, quindi, responsabili dei disservizi creati
dal protrarsi dell'applicazione degli atti aziendali, la
dirigenza dell'Asl 10 di Palmi».
Queste le argomentazioni del comitato: è
ancora vigente la legge regionale n.11/2004 con la quale
è stato approvato il Piano sanitario regionale per il
triennio 2004-2006; tale Piano ha previsto che il
presidio di Oppido debba svolgere per la sua
specificità, per le caratteristiche orografiche e
demografiche del territorio in cui insiste, oltre alle
funzioni proprie, anche le attività di degenza previste
per i presidi di base per acuti e le attività di degenza
specialistica esistente; i recenti atti della dirigenza
dell'Asl 10 di Palmi contrastano con la legge regionale
e sono illegittimi e dannosi per la salute
pubblica.
Il sindaco Giuseppe Rugolo ricorda, tra
l'altro, che in sede di conferenza dei sindaci, aveva
vivamente manifestato l'esigenza che l'atto aziendale si
muovesse nel quadro delle legge n.11/2004 che riconosce
all'ospedale di Oppido lo status di "ospedale montano"
e, astenendosi dal voto sulla decisione aziendale che
prevede la conversione dei pronto soccorso di Oppido,
Palmi e Taurianova in punti di primo intervento, aveva
protestato contro la scarsa considerazione verso i
sindaci stessi, chiamati ad esprimere un parere su un
atto già definito e inviato all'assessorato regionale
alla Sanità. «Da voci circolate con insistenza – fa
sapere Rugolo – sembra sia stata sospesa la conversione
del pronto soccorso di Palmi in punto di primo
intervento, creando nuove disparità e dimenticando
ancora una volta le popolazioni montane e pedemontane.
Il presunto provvedimento emanato dalla direzione
sanitaria, va oltre ed aggrava una situazione già
inaccettabile».