Michele Bagnato
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VARAPODIO –
Sono circa duecento gli agrumicoltori che, pur avendo
conferito nel corso dell'annata 2005/2006 l'intera
produzione alla loro organizzazione di riferimento (il
consorzio "Agrofruit"), non hanno ancora percepito alcun
compenso. La sospensione dell'erogazione degli aiuti
comunitari (più o meno 1,5 milioni di euro) era stata
disposta, a suo tempo, dall'Agea in seguito ad
un'informativa della Procura della Repubblica di Palmi che
stava indagando su presunte truffe consumate nel campo
dell'agrumicoltura, con riferimento agli aiuti erogati
dall'Unione europea. Dopo due anni di vana attesa,
caratterizzati da enormi disagi economici per gli
agrumicoltori che si sono visti privati della loro
principale fonte di reddito, il presidente del consorzio "Agrofruit",
Michele Bagnato, non sapendo più quali iniziative
intraprendere ha deciso di rivolgersi direttamente al
presidente della Repubblica, Napolitano, attraverso
un'accorata lettera indirizzata anche, per conoscenza, al
ministro di Grazia e Giustizia, al prefetto e al procuratore
della Repubblica di Palmi. «Con provvedimento del 5
luglio 2006 – scrive Bagnato – l'Agea ha comunicato la
sospensione dell'erogazione degli aiuti comunitari per la
campagna agrumaria 2005/06. Ho cercato in tutti i modi di
capire le motivazioni e più volte mi sono recato anche a
Catanzaro presso gli uffici regionali per chiedere
chiarimenti, senza riuscire a capire molto. Dalla data della
sospensione dell'aiuto comunitario la vita è diventata un
inferno, fino ad ammalarmi in modo serio e grave». Nel
descrivere le devastanti conseguenze subite a causa dello
stress psicologico cui è stato sottoposto, Bagnato
evidenzia, con grande rammarico, la frustrazione degli
agrumicoltori e delle loro famiglie. «Tutti i soci dell'Agrofruit
hanno lavorato e hanno diritto ad ottenere gli aiuti
comunitari spettanti. Il mio appello – conclude Michele
Bagnato – è per un Vostro interessamento affinché le somme
non erogate vengano svincolate con pagamento diretto ai
singoli agricoltori». Intanto, quale "estrema ratio" per
sollecitare la definizione della vicenda che li vede
coinvolti, sia il presidente sia i soci del consorzio in
questione stanno prendendo in seria considerazione l'idea di
restituire i propri certificati elettorali e quelli dei
familiari cercando, altresì, di coinvolgere in questa azione
altre persone per dare più forza alle rivendicazioni
espresse.