OPPIDO - Continua intanto senza sosta (notte e
giorno, da giovedì scorso) l'occupazione del municipio
di Oppido. L'assemblea popolare permanente costituitasi
spontaneamente tiene a ribadire, attraverso un ristretto
gruppo di portavoce (in prevalenza donne), l'estraneità
del movimento a qualsiasi logica politica o di partito.
Contemporaneamente, si stanno vagliando le possibili
forme di lotta democratica da mettere in atto per dare
forza alla protesta e richiamare l'attenzione delle
pubbliche istituzioni. Non viene esclusa la
presentazione di una denuncia collettiva alla Procura
della Repubblica finalizzata all'individuazione di chi,
nel tempo, con il proprio comportamento omissivo ha
determinato l'inapplicazione della legge regionale
11/2004 che prevedeva, per l'ospedale di Oppido, lo
status di "ospedale montano". Intanto, il sindaco
Giuseppe Rugolo con una lettera aperta trasmessa a tutti
i sindaci della Piana e della fascia preaspromontana, ai
sindaci delle città calabresi sede di ospedali montani
nonché a numerosi presidenti e commissari di organismi
territoriali, scrive che «le ultime decisioni aziendali
costituiscono un grave errore di valutazione che non
possono non avere, per le comunità che vivono in zone
obiettivamente disagiate, conseguenze devastanti».
Rugolo, dopo alcune considerazioni su quelli che
dovrebbero essere gli obiettivi primari (efficacia ed
efficienza) della riorganizzazione della rete
ospedaliera, evidenzia come «alcuni di questi obiettivi
sono condivisibili, ma i provvedimenti di
ridimensionamento dell'ospedale di Oppido, ancor più che
quelli relativi a Palmi e Taurianova, richiedono una più
attenta valutazione». «Palmi e Taurianova – argomenta –
sono infatti comuni molto, troppo vicini rispettivamente
a Gioia Tauro e Polistena; Oppido Mamertina non solo non
è altrettanto vicina, ma è ad essi collegata da una
strada che spesso, per lungo tempo, non è percorribile:
l'alternativa è una via lunga e tortuosa che si aggiunge
a quella, già abbastanza lunga e tortuosa, che devono
percorrere i pazienti provenienti dai paesi più interni
e per i quali l'ospedale di Oppido è stato da sempre
importante anzi essenziale punto di riferimento».
PALMI – Ormai l'iniziativa popolare per
l'ospedale di Palmi ha preso un indirizzo preciso che va
verso la mobilitazione permanente e lo sciopero
ganerale, anche se non abbandona la via del confronto
politico con le istituzioni regionali e la dirigenza
dell'Asl 10. Stasera il comitato di ccoordinamento
cittadino, formato da amministratori, raggruppamenti
politici, associazioni e comuni cittadini si riunirà in
municipio per decidere la data dello sciopero e le tappe
da percorrere. Lo ha annunciato l'avv. Santo Surace,
presidente del coordinamento stesso. In un lungo
documento, dopo una ferma condanna dell'operato
dell'Azienda ospedaliera ai vari livelli per la
disattivazione di Cardiologia – che avrebbe «operato di
fatto l'interruzione di un pubblico servizio» –
manifesta disapprovazione per l'atto aziendale
ritenendolo «palesemente illegittimo in quanto:
contrasta con la pianificazione regionale e,
specificatamente, con il Piano sanitario regionale
vigente 2004-2006, nonché con le scelte di
pianificazione locale e nazionale; non pratica una buona
tecnica aziendale; non promuove la salute nel territorio
sulla base dei dati epidemiologici reali rilevati sulla
popolazione esistente; disattende gli indirizzi fissati
dalle precedenti conferenze dei sindaci e quelli
aziendali che nel rispetto del Psr prevedevano per Palmi
e Gioia Tauro le diversificazioni delle rispettive
attività: polo medico Palmi, polo chirurgico Gioia
Tauro, con mantenimento della Cardiologia-Utic a
Palmi)». Nel documento si propone «di valorizzare i
presidi ospedalieri, compreso quello di Palmi,
migliorando la qualità e la modernità dei servizi
erogati; di avanzare formale richiesta all'Azienda di
rivedere e/o rimodulare l'atto aziendale accordando al
presidio ospedaliero di Palmi le funzioni integrate di
polo medico mantenendovi la Cardiologia e l'Utic, nonché
il Pronto soccorso e le altre specialità esistenti». Il
documento conclude annunciando una giornata di sciopero
generale in città. Inoltre, propone la nomina di una
commissione composta dal sindaco, dai capigruppi
consiliari, rappresentati politici e sindacali e del
coordinamento cittadino per un incontro urgente con il
presidente della Giunta regionale, con l'assessore alla
Sanità, con il direttore generale dell'Asl 10 e con il
Comitato dei Sindaci per realizzare insieme un "progetto
per la salute".