28 OTTOBRE 2007  
 
 
 

 

Varapodio/ Il Consiglio elabora un documento da inviare al ministro De Castro
Agrumicoltura, invito pressante al rispetto degli accordi

Rositani: se prevarranno le pressioni sarebbe la fine della nostra agricoltura

Da sx, il sindaco Guglielmo Rositani ed alcuni consiglieri (Fazzolari, Rizzo, Cosma, Bonarrigo, De Pasquale) durante una fase dei lavori del Consiglio

Vincenzo Vaticano


VARAPODIO – «La partita è perduta, se gli operatori calabresi del settore agrumicolo (associazioni, organizzazioni produttive e in particolare, gli agricoltori) non faranno fronte comune, mobilitandosi e lottando strenuamente, per rivendicare con forza il rispetto dei recenti impegni assunti dal ministro dell'Agricoltura Paolo De Castro relativamente all'entrata in vigore del nuovo regime di aiuti comunitari per il settore agrumicolo. Se dovessero prevalere le pressioni esercitate sul ministro sia dagli agrumicoltori siciliani che dal loro assessore regionale al ramo, sarebbe la fine dell'agricoltura calabrese».
L'"allarme" è stato lanciato nel corso del Civico Consesso, convocato ieri mattina, in via d'urgenza, dal sindaco on. Guglielmo Rositani, per trattare – unitamente ad altri punti all'ordine del giorno – anche e soprattutto l'ormai nota "questione agrumicola", che, a quanto pare, ha registrato un'imprevedibile e negativa evoluzione, dopo la decisione del ministro dell'Agricoltura De Castro di non firmare il decreto attuativo dell'accordo raggiunto in sede di conferenza Stato-Regioni. Un accordo, va rilevato, accolto con unanime soddisfazione poichè oltre a stabilire l'erogazione diretta dell'aiuto comunitario al produttore, prevede la quantificazione di tale contributo in base non solo alla superficie coltivata ma anche alla destinazione del prodotto alla trasformazione, con una evidente maggiorazione (80%) del contributo in quest'ultimo caso.
Quanto detto in Consiglio ha fatto emergere che proprio quest'ultimo criterio di ripartizione dei contributi abbia generato le resistenze degli agricoltori siciliani i quali, con una superficie agrumetata pari al 65% di quella complessiva nazionale, avrebbero interesse alla semplice divisione (indiscriminata) della "fiche finanziaria" disponibile, per il numero di ettari posseduti. Una ripartizione questa che porterebbe alla Sicilia (dov'è, anche, fiorente il mercato del prodotto "fresco") enormi vantaggi, penalizzando fortemente la Calabria e soprattutto la Piana di Gioia Tauro dove la produzione è destinata quasi totalmente alla trasformazione.
I lunghi interventi del vice sindaco Orlando Fazzolari e del capogruppo della minoranza Carmela Bonarrigo, anche se diversi nella loro impostazione, hanno contribuito a dare l'esatta portata del problema. Entrambi hanno ravvisato, soprattutto, l'opportunità che l'accordo raggiunto in sede di conferenza Stato-Regioni venga messo in atto. Per dare più peso a questa esigenza il Consiglio, su proposta di Bonarrigo, ha deciso, all'unanimità, di stilare un documento, anche per conto degli agricoltori, da inviare al ministro De Castro affinché vengano rispettati gli accordi e venga regolarizzata, con la firma, la bozza del decreto predisposta. Il sindaco Guglielmo Rositani, che unitamente al sen. Pietro Fuda e all'assessore regionale all'Agricoltura Mario Pirillo ha avuto un ruolo primario nelle trattative con il ministro De Castro, ha ribadito che continuerà fino in fondo e con il massimo impegno la sua azione a difesa degli agricoltori e ha assicurato, che nella riunione di mercoledì al Ministero sarà esercitata la massima pressione politica ed istituzionale sia da lui che dal sen. Fuda e dall'assessore Pirillo. Intanto, per tenere alta la tensione e vigilare sulle decisioni che a breve dovrebbero essere adottate, il capogruppo della minoranza Bonarrigo ha preannunciato l’imminente organizzazione di una tavola rotonda alla quale parteciperanno agricoltori, esponenti politici e tecnici del settore agricolo.


 
 
 
 
 

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