VARAPODIO – << Illegittimità della scelta
operata dall’amministrazione scolastica, immotivata
applicazione di regole ordinarie non applicabili al caso
specifico, violazione degli articoli 4 e 5 del D.P.R 2009/81
(formazione classi con alunni disabili, ndc)>>. Con questi
giudizi espressi in maniera chiara e ricorrente nel
dispositivo della sentenza, il Tar di R.C. ha annullato il
provvedimento con il quale, i responsabili dell’Ambito
territoriale reggino (ex Provveditorato agli studi), hanno
disposto, qualche mese fa, il dimezzamento delle due classi
di prima media con un operazione di accorpamento. Due
classi, è il caso di ricordare, concesse a giugno, con
l’organico di diritto, in considerazione dell’elevato numero
di alunni (30) e della presenza di due disabili. La
situazione di estremo disagio determinata dall’inattesa
soppressione della classe era stata denunciata dai genitori
degli alunni che, lamentando un grave pregiudizio per il
diritto allo studio dei loro figli, hanno impugnato il
provvedimento in via giurisdizionale proponendo, attraverso
l’avv. Donato Patera, ricorso al Tar. Il Comune,
intervenendo “ad adiuvandum”, ha sostenuto l’azione dei
genitori costituendosi in giudizio con lo stesso difensore.
Il Tar ( presidente Ettore Leotta, consigliere Giuseppe
Caruso), pronunciandosi nel merito, ha, in pratica, accolto
in toto il ricorso dei genitori e del Comune annullando
tutti i provvedimenti impugnati e ordinando,
contestualmente, all’organo scolastico il ripristino della
situazione “quo ante” con le due classi di prima media.
La decisione del giudice amministrativo, attesa con ansia
dai genitori degli alunni, è stata comunicata dal
vicesindaco Orlando Fazzolari e dall’avv. Donato Patera nel
corso di una conferenza stampa tenutasi in Municipio alla
presenza di numerosi genitori e alcuni docenti. Entrambi,
nell’ambito dei rispettivi ruoli ricoperti nella vertenza,
hanno evidenziato, con un excursus, le varie fasi di questa
vicenda innescata dall’iniquo provvedimento adottato
dall’ufficio scolastico reggino. << Un provvedimento – ha
dichiarato Fazzolari - che rappresenta, in modo
inequivocabile l’ultimo dei tanti “soprusi” cui da alcuni
anni tutte le nostre scuole vengono sottoposte. Ecco perché
questa volta abbiamo deciso di reagire con tutti i mezzi a
nostra disposizione. Non solo per tutelare i diritti dei
nostri ragazzi ma per intraprendere anche una battaglia di
giustizia>>.
Le varie fasi della stesura del ricorso proposto e gli
effetti della sentenza (destinata con molta probabilità a
costituire un precedente) sono stati illustrati dall’avv.
Patera. << La condanna dell’amministrazione al totale
pagamento delle spese processuali e non alla compensazione
(1.000 euro ciascuno ai genitori e al Comune, più le altre
spese) denota – secondo il legale – l’evidente illegittimità
con cui l’amministrazione scolastica ha operato. Ci
auguriamo adesso che la stessa amministrazione provveda a
dare immediata esecuzione alla sentenza evitando ulteriori
danni per l’erario; altre eventuali resistenze la
vedrebbero, con molta probabilità, di nuovo soccombente>>.