28 NOVEMBRE 2000  
 
Oppido / In ricordo di Giulia Battiti

 Vincenzo Vaticano


 VARAPODIO – «Cari oppidesi e varapodiesi di tute le età, siete delle persone meravigliose e già mi mancate voi e la vostra splendida terra. Per motivi di lavoro ho vissuto molto tempo in Calabria e con queste righe vorrei ringraziare tutte le persone con cui ho avuto occasione di venire in contatto. Dal mio arrivo non ho ricevuto che gentilezze, disponibilità, ospitalità e tanto calore umano». È questo l'inizio della lettera indirizzata, qualche anno fa, da Ginevra, al parroco di Varapodio, don Antonino De Masi, da parte di Giulia Battiti, studiosa di fama internazionale che, al seguito dell'équipe di archeologi diretta dall'altrettanto noto professore Visonà dell'Università del Colorado, ha condotto, a più riprese, diverse campagne di scavi, in località Mella nell'area della vecchia Oppido M. contribuendo a importanti scoperte sui popoli Brezi, Tauriani e Mamertini e alla conseguente documentazione di almeno sei secoli di storia calabrese. Purtroppo, la studiosa, diplomata a Milano e Cambridge, plurilaureata in storia, antropologia e archeologia presso varie università degli Stati Uniti, a causa di un male incurabile, che da qualche anno peraltro le aveva impedito di tornare in Calabria, è recentemente scomparsa nella sua ultima residenza di Brescia, suscitando sincero cordoglio tra quanti, nel comprensorio, avevano avuto l'opportunità di conoscerla e frequentarla nel corso delle sue escursioni di lavoro in Calabria dove, come la stessa aveva voluto pubblicamente dichiarare nella missiva, «il tempo trascorso è stato qualcosa di incredibile, di primordiale, non in senso peggiorativo, ma nel senso di un nuovo risveglio, come all'inizio del mondo». E aveva poi aggiunto «dal mio rientro a Ginevra non faccio altro che pensare alla Calabria, parlare della Calabria: è strano tutto questo, ma fa parte delle magie della Calabria o almeno di quella Calabria che ho conosciuto, che ho sentito, che ho scoperto». I diversi attestati di cordoglio trasmessi ai familiari da amici e conoscenti e, va sottolineato, anche dall'amministrazione comunale di Oppido M. costituiscono una sentita e dovuta testimonianza per una persona che ha avuto molto a cuore la Calabria e i calabresi.

 

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