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Oppido/ Il sindaco Rugolo elenca
l'attività svolta dal Comune nelle assegnazioni
Beni confiscati
alla mafia, il ruolo della burocrazia
Vincenzo Vaticano
Riganò, Rugolo, Albano, Mammoliti
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OPPIDO –
Sul
presunto coinvolgimento dell'Amministrazione comunale
nell'indagine del Ros dei Cc e della Dda di Reggio a
proposito di ritardi nelle assegnazioni degli immobili
confiscati alla mafia, il sindaco Giuseppe Rugolo ha tenuto
una conferenza stampa. Affiancato dal vice sindaco Antonino
Mammoliti, dall'assessore Fiorentino Riganò e dal
consigliere Gerardo Albano, Rugolo ha precisare che «né io,
né gli altri amministratori intendono contestare la
legittimità dell'indagine», informando peraltro che nessuno
ha ricevuto alcun provvedimento di garanzia. Continuando ha
poi dichiarato, che non esistono ritardi nell'assegnare gli
immobili confiscati per favorire chicchessia. E per
suffragare le sue affermazioni e dimostrare come
l'Amministrazione comunale da lui guidata sia stata tra le
più attive in materia, Rugolo ha elencato una lunga e
circostanziata lista dei provvedimenti adottati che hanno
consentito, tra l'altro, di consegnare a varie associazioni
(in primis Valle del marro), oltre 40 ha di terreno nei
territori di Castellace, Messignadi, Quarantano. Un edificio
del centro abitato - è stato precisato - confiscato e in via
di ristrutturazione grazie ad un finanziamento regionale di
2000 mila euro, sarà quanto prima destinato ad alloggio dei
carabinieri. Difficoltà oggettive e lungaggini di
carattere burocratiche e giuridiche - secondo il primo
cittadino - quasi sempre dilatano a dismisura i tempi
normali operativi. Si pensi, ad esempio, che l'Agenzia del
demanio per consegnare alcuni immobili confiscati nel 1986
ha concluso l'iter solo nel 1999, impiegando ben 13 anni.
«Quando poi un immobile viene consegnato al Comune con
cittadini ancora insediati i problemi sono, ovviamente,
moltliplicati». Rugolo lamenta il fatto che tra gli
indagati figurano, inspiegabilmente, anche i nomi di tre
"semplici" consiglieri e cioè: Gerardo Albano, Rosario
Palumbo, Placido Costa. «È inoltre molto grave - ha
dichiarato ancora Rugolo - che a due degli assessori
indicati (Fiorentino Riganò e Antonio Ieroianni) vengano in
qualche modo "addebitati" fatti riguardanti altre persone,
anche se loro parenti>>.
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