OPPIDO - "L'insurrezione"
spontanea e popolare dei cittadini di tutto il
comprensorio preaspromontano contro il progressivo smantellamento del
locale nosocomio ha assunto, nelle ultime ore, il
carattere di una vera e propria battaglia istituzionale
nella quale risultano impegnati e coinvolti a pieno
titolo tutti i comuni ricadenti nel territorio della
Comunità montana "versante tirrenico meridionale" e
tutti gli organi rappresentavi dello stesso ente
montano. Un impegno che i primi cittadini di
Oppido (Rugolo), Varapodio (Fazzolari), Cosoleto
(Surace), Santa Cristina (Germanò), Scido (Mileto),
Sinopoli (Chiappalone), Molochio (Alessio), Delianuova
(Corigliano), S. Eufemia (Fedele, assente giustificato)
hanno formalmente contratto, sottoscrivendo il documento
conclusivo dei lavori dell'assemblea degli organi della
Comunità montana, tenutasi in piazza Concesso Barca,
letteralmente stipata dal pubblico presente. Con tale documento - inviato al
presidente della Giunta regionale, all'assessore
regionale alla Sanità, al prefetto, al direttore
generale dell'Asl 10, al presidente della Conferenza dei
sindaci – i massimi esponenti locali "scendono in campo"
con tutta la loro forza politica e tutto il loro peso
istituzionale per tutelare, fino in fondo, il diritto
alla salute delle popolazioni da loro rappresentati. «La situazione dell'assistenza
ospedaliera nell'area dell'Asl 10 – viene rimarcato nel
documento – versa ormai da tempo in una situazione di
abbandono e in uno stato di inefficienza tale da mettere
in seria difficoltà gli operatori sanitari e la
collettività». In relazione, poi, alla particolare
situazione dell'ospedale di Oppido, tante sono le
considerazioni emerse dal dibattito e riportate
puntualmente nel documento: «Il nosocomio oppidese è
stato e continua ad essere il presidio sanitario di un
hinterland di circa 17.000 abitanti, con cinque comuni
totalmente montani e due parzialmente montani; esso è il
costante ed immediato punto di riferimento per tutte le
prestazioni anche d'urgenza dell'intera zona montana.
Per questi motivi risulta inserito nell'ancora vigente
Piano sanitario regionale quale "ospedale di montagna",
anche se – viene aggiunto – l'attuale situazione della
struttura risente pesantemente di indirizzi poco oculati
delle direzioni regionali succedutesi nel tempo, che
hanno creato disservizi tali da renderlo poco funzionale
e costringono gli utenti a raggiungere gli altri
nosocomi, il più vicino dei quali è ad almeno 45 minuti
in condizioni normali di percorribilità». I sindaci e gli altri organi della
Comunità montana, infine, considerando fondamentale,
irrinunciabile e indispensabile la presenza della
struttura ospedaliera di Oppido in relazione,
soprattutto, alle necessità primarie della popolazione
montana, già fortemente penalizzata dalla mancanza sul
territorio di altri importanti servizi, si rivolgono
agli enti preposti affinché «si adoperino con l'urgenza
che il caso richiede per ripristinare la funzionalità
del presidio ospedaliero di Oppido, nel rispetto del
Piano sanitario regionale, rendendo operative le
divisioni ed i servizi così come previsto dallo stesso
piano». Oltre ai sindaci e agli altri organi
della Comunità montana, l'assemblea - moderata dal
presidente del consiglio della Comunità montana Bruno
Barillaro - ha registrato la presenza e gli interventi
di numerosi componenti dello stesso ente (tra cui il
presidente della Giunta Antonio Alvaro e l'assessore
Rosario Palumbo), nonché del "leader" del Comitato
spontaneo dei cittadini Carmela Frisina, del primario
ospedaliero Antonio Coco, del dott. Domenico Gianneta, del dirigente scolastico Bruno Demasi, di operatori
sanitari e rappresentanti di partiti politici.