(2/12/2001)
VARAPODIO/ Ma le interpellanze
accendono il dibattito in aula
Assestato
il bilancio
Vincenzo Vaticano
VARAPODIO. Per discutere e deliberare sui primi sei punti posti all'ordine del giorno è stata sufficiente poco meno di un'ora. La trattazione dell'ultimo punto , invece, ha richiesto quasi due ore di animato e "frizzante" dibattito tra maggioranza e opposizione senza, tuttavia, varcare mai determinati limiti. Questo, in sintesi, l'andamento dell'ultima riunione del consiglio comunale di Varapodio che, come prevedibile, è divenuta una seduta fiume poiché in calce agli argomenti considerati figurava l'esame e la discussione di alcune interpellanze (molto critiche) dei consiglieri di minoranza De Pasquale, Corso, Rizzo intese ad ottenere "chiarimenti sui criteri di scelta adottati per l'installazione di un ripetitore di telefonia mobile nel territorio comunale, la rimozione di una lapide del fratello del sindaco posta alla base del monumento ai caduti, chiarimenti sull'approvazione di alcuni debiti fuori bilancio, chiarimenti sui criteri di scelta dei responsabili dell'ufficio di ragioneria".
Nessun contrasto, quindi, durante la prima fase dei lavori, cosicchè il consiglio, in tutta tranquillità, ha potuto adottare, quasi sempre all'unanimità dei presenti, alcune importanti delibere relative a variazioni ed assestamenti di bilancio, riconoscimento debiti fuori bilancio, variazione programma opere pubbliche triennio 2001-2003, disponibilità a contribuire alle spese per il restauro della statua di San Nicola, patrono di Varapodio.
Le "ostilità" sono iniziate allorquando si è discusso l'ultimo "spinoso" argomento in scaletta che, è opportuno rilevare, era stato già oggetto di qualche "schermaglia" (tramite lettere aperte) tra il sindaco Orlando Fazzolari e i tre consiglieri di opposizione.
Respingendo in via preliminare le contestazioni riferite a delibere che, secondo la minoranza, erano state adottate dalla giunta comunale suscitando perplessità nella pubblica opinione, il primo cittadino ha voluto precisare come "Nessuna delibera di giunta sugli argomenti in questione è stata adottata dallo scorso maggio. Nella testa dei consiglieri di minoranza c'è totale confusione ed invece di contribuire alla tranquillità sociale fomentano allarmismo tra la popolazione". Ed aggiungeva che, "Il capogruppo della minoranza Cucinotta (non presente in aula, n.d.c.) gli ha personalmente dichiarato di dissociarsi dall'operato dei consiglieri di minoranza, in quanto portano avanti una battaglia personalistica, e di condividere quasi per intero l'attività amministrativa in quanto finalizzata all'interesse dei cittadini".
I consiglieri di minoranza hanno, ovviamente, ribadito e confermato oralmente le critiche mosse in precedenza per iscritto dichiarando altresì che "Non c'è niente di personale contro il sindaco o la giunta, non vogliamo fare alcuna guerra ma portare in consiglio le legittime istanze dei cittadini". In merito alle affermazione del loro capogruppo, hanno precisato che "Cucinotta non lo riconoscono più come capogruppo anche perché disertando continuamente i consigli non ha partecipato attivamente alla vita politica cittadina per cui era stato eletto".
Alla discussione, a tratti concitata, sono intervenuti quasi tutti i consiglieri. Anche il direttore generale, dr. Elisabetta Tripodi, quando è stato chiamato in causa ha preso parte attiva fornendo chiarimenti di natura tecnica e legislativa. Superfluo rilevare che, alla fine, le "fazioni" in campo hanno mantenuto il proprio punto di vista senza recedere di un passo dalle posizioni assunte nel lungo confronto.