(18/3/2003)

Oppido / Comitato per la difesa dell'ospedale
Assemblea popolare per decidere il da farsi



Vincenzo Vaticano

OPPIDO –  Come preannunciato, giorni fa, al momento della sua costituzione, il Comitato per la difesa del locale ospedale ha convocato un’assemblea popolare per discutere gli interventi, ritenuti opportuni e necessari, nonché le forme di lotta civile e democratiche, da intraprendere e portare avanti per difendere la struttura sanitaria, dall’eventuale soppressione o riduzione di servizi. Ciò, al fine di tutelare il diritto alla salute di tutti quei cittadini dei comuni (nove per l’esattezza) ricadenti nel vasto territorio della Comunità montana versante tirrenico meridionale e degli altri centri dell’entroterra pre-aspromontano limitrofi. La massiccia partecipazione riservata alla riunione ha denotato chiaramente una grande sensibilizzazione al problema da parte dell’opinione pubblica in tutte le sue componenti. Presenti, infatti, centinaia di cittadini,  anche dei centri vicini, gli amministratori comunali del gruppo di maggioranza guidati dal sindaco Antonino Freno e dal presidente del Civico consesso, dr. Bruno Barillaro (assessore anche alla Comunità montana), i consiglieri del gruppo di opposizione Rugolo, Coco, Ieroianni, Mammoliti, i rappresentanti di tutte le forze politiche, e una folta rappresentanza del personale ospedaliero. Moltissime, alla fine, sono risultate le sottoscrizioni del documento predisposto e illustrato in assemblea dai promotori dell’iniziativa, e le contestuali adesioni al neo costituito Comitato che, secondo lo statuto e secondo quanto hanno tenuto a ribadire i fondatori (don Benedetto Rustico, avv. Carmela Frisina, avv. Vincenzo Callea) è un organismo autonomo, apartitico e senza fini di lucro.  Con il suddetto atto di adesione – apprezzato da entrambi gli schieramenti in Consiglio –,  il Comitato e i sottoscrittori ,  segnalano con una serie di constatazioni, l’esigenza del mantenimento e del potenziamento della struttura oppidese per il suo ruolo strategico in un territorio a rischio di isolamento.  Contestano, poi, alcuni  provvedimenti ai danni dell’ospedale, tra cui la chiusura del reparto di ostetricia e ginecologia, del reparto di psichiatria diagnosi e cura (prima), e del day hospital psichiatrico (poi). E chiedono, in sostanza, a seconda dei casi, il ripristino, l’effettiva messa in funzione, il potenziamento di servizi già esistenti. Va rilevato, infine,  che, durante l’assemblea, numerosi cittadini  hanno proposto di manifestare il dissenso verso tali provvedimenti attraverso eclatanti forme di civile protesta popolare per attrarre l’attenzione delle istituzioni sia locali che nazionali. Il Comitato, fa sapere il coordinatore  Carmela Frisina, ritiene indispensabile attendere la risposta dei competenti organi regionali e dell’Asl 10 alle richieste formulate dall’assemblea, prima di aderire a quest’ultima proposta.

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