(21/9/2002)


Piana di Rosarno/ I Comuni scelgono i rappresentanti nell'organismo
Tre sindaci nel Consorzio di bonifica

 

Vincenzo Vaticano

OPPIDO MAMERTINA. -  Dopo alcuni mesi di commissariamento e  due riunioni andate deserte per mancanza del numero legale sono stati designati,  da  parte dei sindaci dei 35 comuni interessati (alcuni del vibonese),  i tre membri (di diritto)  del Consiglio dei delegati del Consorzio di bonifica della Piana di Rosarno , importante organo collegiale di programmazione e di controllo,  composto da venti membri di cui  quindici elettivi, scelti tra i proprietari dei terreni rientranti nel perimetro del Consorzio, e cinque di diritto, tra i quali, oltre a un rappresentante della Regione e uno del personale, vi sono, appunto, tre rappresentanti dei sindaci. La scelta di questi ultimi è avvenuta in apposita riunione convocata e presieduta, come da statuto, dal  sindaco del comune avente la maggiore superficie consorziata, nella fattispecie, il sindaco di Oppido Mamertina avv. Antonino Freno. Presenti i sindaci, o loro delegati,  di Bagnara, Delianuova, S.Cristina d’Aspromonte, Palmi, Seminara, Molochio, Gioia Tauro, Cittanova, San Giorgio Morgeto, Cinquefrondi, Polistena, Rosarno, Maropati, Galatro, Melicuccà, Sinopoli, Cosoleto, Limbadi e Nicotera, l’assemblea, dopo una serie di discussioni di carattere preliminare, sulle modalità di votazione, si è orientata verso una scelta unanime di designazione in seno al Consiglio dei delegati del Consorzio, che fosse rappresentativa di ciascuna delle zone territoriali nelle quali il Consorzio si ripartisce. Sono stati così nominati   il sindaco di Bagnara Calabra, Santi Zappalà, in rappresentanza della fascia costiera, il sindaco di Rosarno, Giuseppe Lavorato, in rappresentanza dei comuni più immediatamente pianigiani e il Sindaco di Santa Cristina d’Aspromonte, Alfonso Germanò, quale rappresentante dell’area pedemontana. Unanime anche l’intento manifestato, a fine riunione, dagli intervenuti, elettori ed eletti, “ridare vigoria a un Consorzio il cui ruolo si è sempre più appannato negli ultimi anni, tanto ché la sua opera viene scarsamente percepita, nel mentre questo Ente potrebbe spendere ancora tanto a supporto di un’attività agricola basilare per la nostra economia, ma – a fronte di un perdurante momento di crisi – oggi impegnata nell’affannosa ricerca  di nuovi orizzonti di sviluppo”.

 

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