(11/3/2003)
Oppido / L'obiettivo è salvaguardare l'assistenza sanitaria
Comitato a difesa dell'ospedale
Vincenzo
Vaticano
OPPIDO In vista dell’imminente adozione dei provvedimenti che dovranno, verosimilmente, ridisegnare le geografia delle strutture sanitarie operanti nella Piana e in tutta la regione, c’è mobilitazione ad Oppido e si susseguono le iniziative per scongiurare il ridimensionamento del locale nosocomio e per garantire ai cittadini, di tutti i comuni della fascia tirrenica preaspromontana, l’elementare diritto ad una pronta ed efficace assistenza sanitaria. In questo contesto, dopo l’autorevole richiesta, avanzata congiuntamente in tal senso agli organi competenti da tutti i sindaci della Comunità montana versante tirrenico meridionale , una nuova iniziativa è stata intrapresa per cercare di tutelare, fin dove possibile, la struttura ospedaliera che serve non solo la cittadina di Oppido, ma tutto il comprensorio circostante. Si tratta, nella fattispecie, della formale costituzione, alla presenza del sindaco avv. Antonino Freno, di un “Comitato a difesa dell’ospedale” composto, per il momento, dal parroco Benedetto Rustico e dagli avvocati Vincenzo Callea e Carmela Frisina. La prima “tappa di lavoro”, fanno sapere i promotori dell’iniziativa, prevede l’immediata convocazione di un’assemblea popolare, presso la sala municipale, dove chiunque potrà offrire la propria collaborazione al Comitato. Che, come specificato nell’atto costitutivo, “è un organismo autonomo, apartitico, senza fine di lucro” e si propone, prima di tutto, di “sensibilizzare, con ogni mezzo consentito, l’opinione pubblica, non tralasciando di agire nei confronti di tutti gli organi istituzionali, sia nazionali che locali, con particolare riferimento a quelli preposti al servizio sanitario”. Obiettivo primario del Comitato, insieme a tanti altri, è quello di realizzare degli incontri con il personale medico e paramedico per individuare le cause che attualmente impediscono al presidio ospedaliero di Oppido di prestare una efficiente assistenza sanitaria, nonostante esso sia fornito di validi e qualificati dipendenti nei servizi ancora attivi di psichiatria, medicina, chirurgia, pronto soccorso, ginecologia e ostetricia, laboratorio analisi e radiologia.