(1/3/2003)
Oppido / "Sos" del dottor Epifanio sul day hospital
Una struttura da preservare
Vincenzo
Vaticano
OPPIDO Per denunciare lo “sbandamento” politico-sanitario che, a suo dire, è in atto nell’Asl 10 di Palmi e interessa soprattutto il delicato campo della salute mentale, il dr. Antonio Epifanio, dirigente medico di primo livello al day hospital psichiatrico di Oppido, con una lunga missiva dall’emblematico oggetto “Sos, sbandamento generale”, ha inteso porre al Commissario straordinario della suddetta azienda sanitaria, “alcuni quesiti, che sono poi i quesiti di tanti, e cioè di quanti vorrebbero lavorare in un ambiente più tranquillo, ma non possono”. Una serie di domande avanzate dal medico con una lettera, trasmessa anche per conoscenza ad altri organi istituzionali, alla stampa e alla Procura della Repubblica di Palmi, per sapere, prima di tutto “se esiste, nell’Asl, nei termini di legge s’intende, il Dipartimento di salute mentale, e, in caso affermativo, chi è il Direttore”, e per sapere, “quali e quanti sono i servizi essenziali costitutivi del Dipartimento (se esiste) e quanti e dove sono ubicati i Centri di salute mentale, il Servizio psichiatrico di diagnosi e cura, i day hospital, i Centri diurni e le strutture residenziali”. Ricollegandosi poi alla recente chiusura del Servizio psichiatrico diagnosi e cura di Oppido - riconvertito successivamente da servizio di degenza in day hospital grazie anche all’impegno della locale amministrazione comunale - e all’insufficiente numero di posti letto (meno della metà dei 16 previsti) esistenti presso il servizio di psichiatria dell’ospedale di Polistena, il dr. Epifanio, “si permette di far presente come molti pazienti della nostra Asl vengono dirottati verso altre Asl, anche fuori regione, con grave danno delle già dissestate casse dell’Asl 10; chissà perché, aggiunge, a qualcuno la riattivazione di una struttura psichiatrica in Oppido non va bene e con inspiegabile accanimento, guardandosi bene dal mettere nero su bianco, si adopera con ogni mezzo per farla chiudere”. Per suffragare tali affermazioni il dirigente medico illustra, nella lettera, alcuni significativi episodi. Alla fine, tra tante altre cose, si chiede “ quali perverse logiche sottendono questo sbandamento generale e a chi giova questo caos ?”. Sicuramente, constata in modo convinto, “non giova ai pazienti (ed a quei giovani ad alto rischio di suicidio il cui numero va aumentando sempre di più nel nostro comprensorio) che quotidianamente si rivolgono alla struttura psichiatrica di Oppido che ostinatamente e pervicacemente si vuole cancellare dalla geografia sanitaria. Dobbiamo aspettare, in questo deplorevole stato di cose, il prossimo morto ?”.