(15/3/2003)
Varapodio / Una dozzina i punti approvati
Consiglio con i "tempi supplementari"
Vincenzo Vaticano
VARAPODIO Esame ed approvazione del bilancio preventivo 2003; approvazione programma annuale e triennale delle opere pubbliche; conferma aliquota addizionale irpef e aliquota ici; modifica regolamento generale delle entrate comunali; approvazione regolamento comunale ici. Sono i principali argomenti, del nutrito ordine del giorno ( in tutto dodici punti), discussi ed approvati, dal gruppo di maggioranza, nell’ultimo consiglio comunale cominciato in orario piuttosto insolito (ore 13) e conclusosi, in maniera altrettanto insolita, il giorno successivo dopo l’aggiornamento e il rinvio della riunione per mancanza del numero legale. Un consiglio, insomma, caratterizzato dalla necessità di ricorrere ai “tempi supplementari” poiché al momento di discutere l’ultimo punto posto all’ordine del giorno (risposta ad alcune interrogazioni dell’opposizione) tutti i consiglieri di maggioranza hanno abbandonato l’aula determinando la sospensione della seduta a due ore, circa, dall’inizio. Proprio nel momento in cui, va sottolineato, i consiglieri di minoranza (Pietro Corso, Antonio De Pasquale, Rosario Ferrinda, Carmine Rizzo) rientravano in aula per presenziare alla discussione del punto che li riguardava, dopo che si erano assentati ad inizio seduta per protestare contro il sindaco Orlando Fazzolari ed il gruppo di maggioranza per il mancato adeguamento dello Statuto comunale, più volte richiesto perchè ormai, secondo loro, obsoleto e non rispondente alla normativa vigente. I lavori del Consiglio, comunque, sono ripresi e si sono conclusi il giorno successivo, alla presenza del solo sindaco, di tre dei quattro consiglieri di minoranza e del consigliere di maggioranza Maria Rosa Ferraro che, con la sua presenza, ha reso valida la seduta e per questo è stata ringraziata dal gruppo di minoranza. Il sindaco ha esaminato le interrogazioni dei consiglieri di minoranza (relative alla rimozione di una lapide, al suo recente viaggio a Roma dal ministro Alemanno, alla diatriba sullo Statuto) e sulle sue risposte si è sviluppato un lungo dibattito che, seppure vivace, non ha oltrepassato mai i limiti della correttezza politica.