(23/1/2003)

 

Oppido/ L'esigenza rappresentata da nove sindaci della Comunità montana
Potenziare l'ospedale
Documento inviato alla Regione e all'Asl



Vincenzo Vaticano

OPPIDO –  In vista dell’imminente azione di riordino delle Aziende sanitarie calabresi e delle strutture in esse ricadenti, i nove sindaci dei comuni del comprensorio della Comunità montana versante tirrenico meridionale, in considerazione che “da tali scelte dipenderà il futuro assetto della rete assistenziale ospedaliera nel nostro territorio e da esso la garanzia di tutela della salute degli abitanti in esso residenti”  hanno predisposto,  sottoscritto e trasmesso - al presidente della Giunta regionale, al presidente del Consiglio regionale, all’assessore regionale alla Sanità e al Commissario straordinario dell’Asl 10 di Palmi – un documento nel quale evidenziano  l’impellente necessità della persistenza e del potenziamento dell’ospedale di Oppido Mamertina. Una autorevole, importante e precisa richiesta,  avanzata in modo unanime dal presidente della Comunità montana dr. Antonio Alvaro, dai primi cittadini di Oppido Mamertina, Varapodio, S.Cristina d’Aspromonte , S.Eufemia d’Aspromonte, Sinopoli, Scido, Molochio, Delianuova e dal Commissario prefettizio di Cosoleto. Va detto subito, comunque, che l’attuale iniziativa è frutto di una lunga "gestazione" cominciata nell’ottobre dell’anno scorso, dopo che il Consiglio comunale di Oppido, riunitosi in seduta aperta ai cittadini, al presidente e ai sindaci della Comunità montana per esaminare lo stato ed il futuro operativo del locale nosocomio, era giunto alla unanime conclusione e deliberazione che le divisioni (chirurgia, medicina, pediatria, psichiatria) ed i servizi in esso allocati (pronto soccorso, anestesia e rianimazione, laboratorio analisi cliniche, radiologia)  dovessero essere confermati e potenziati, in quanto quello oppidese è l’unico presidio ospedaliero della Comunità montana. Nel dare corso, quindi, a quanto deliberato dal Civico consesso di Oppido, i sottoscrittori della richiesta, “con assoluta obiettività ed onestà e nell’esclusivo interesse della salute dei cittadini”, evidenziano, tra l’altro, come “l’eventuale ridimensionamento del sopradetto ospedale significherebbe per i nostri concittadini, nostri amministrati, un serio e palese rischio in caso di patologie con carattere di emergenza, visto che il primo ospedale utile rimarrebbe quello di Polistena o eventualmente di Palmi o Gioia Tauro, la cui distanza media dai nostri Comuni è di 30 km, percorribili attraverso una rete stradale che non consente percorsi veloci ed agevoli sia per i pazienti che per quanti devono assistere coloro che sono ricoverati”. In sostanza, il fine ultimo che si prefiggono gli autorevoli rappresentanti istituzionali del vasto comprensorio tirrenico meridionale, che, a chiare lettere, si evince dall’appello lanciato ai massimi responsabili regionali della sanità è quello di salvaguardare “il primario diritto alla salute dei cittadini e l’imprescindibile esigenza che le prestazioni sanitarie siano assicurate in misura eguale, quanto a qualità, quantità e facilità nella fruizione, per tutti, e quindi tenendo in debito conto le peculiarità delle aree territorialmente svantaggiate”.

 

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