(19/1/2002)

Varapodio / Si è tenuto il consiglio comunale aperto sull'ordine pubblico
Il prezzo della legalità

Vincenzo Vaticano

Orlando Fazzolari

VARAPODIOOrdine pubblico, allarme sociale e solidarietà al sindaco Orlando Fazzolari, per l'attentato dinamitardo subito alcuni giorni addietro.
Di questo si è lungamente discusso nel consiglio comunale aperto tenutosi a Varapodio, presso l'auditorimu delle scuole elementari, alla presenza di un discreto numero di cittadini e di molti rappresenzanti delle forze politiche e dei vari organi istituzionali del territorio primi tra tutti i sindaci del comprensorio e di altre località.. Numerosi, in sala, anche i rappresentanti delle forze dell'ordine, tra cui il tenente dei carabinieri Paolo Befera e il commissario capo di polizia Giuseppe Zaffini, e delle categorie produttive. Presenti, insomma, tutte le componenti che caratterizzano la società civile, da sempre in lotta per affermare i principi della legalità e dell'ordinata convivenza. Unica assenza di rilievo, quella del prefetto, più volte rilevata e stigmattizzata da alcuni partecipanti ai lavori.
I ringraziamenti del sindaco ai presenti hanno introdotto i lavori del consiglio che sono poi proseguiti con gli interventi dei consiglieri Cosma e Ferraro (per la maggiornza) e Corso (minoranza). Costoro, nel giudicare devastante gli effetti, soprattutto psicologici, dell'atto delittuoso sia verso il sindaco che verso la collettività, hanno rinnovato gli attestati di solidarietà in precedenza espressi, invitatondolo a proseguire nella sua attività amministrativa al servizio della comunità. Solidarietà è stata espressa anche a quei cittadini che recentemente sono state vittime di danneggiamenti.
Più o meno simili, anche se con sfumature diverse, le dissertazioni di quanti presenti in sala hanno ritenuto di intervenire formalmente nel dibattito.
Al senatore Crinò, che ha iniziato la serie di interventi si sono succeduti: Giorgio Imperitura, in rappresentanza dei sindaci della locride; Augusta Torricelli Frisina, presidente dell'Osservatorio regionale antimafia; l'on. Angela Napoli, vice presidente Commissione parlamentare antimafia; l'on Umberto Pirilli, coordinatore regionale di An; Demetrio Costantino del comitato interprovinciale diritto e sicurezza; Francesco Morano, sindaco di Cittanova; Rocco Biasi, sindaco di Taurianova; Franco Arillotta della Conasco; Antonino Freno, sindaco di Oppido Mamertina; Nino Scopelliti, sindaco di Campo Calabro; Enzo Pisano, consigliere regionale; Filippo Foti, dirigente scolastico dell'istituto comprensivo di Varapodio; Enzo Cavallaro, sindaco di Candidoni; Giuseppe Lavorato, sindaco di Rosarno; Girolamo Tripodi, sindaco di Polistena; Antonio Alvaro, presidente Comunità montana versante tirrenico meridionale e vice presidente del parco nazionale dell'Aspromonte; Michele Galimi, sindaco di Cinquefrondi; l'ing. Praticò, assesore al Comune di Gioia Tauro; Santo Gioffrè, consigliere provinciale; Rosario Antipasqua della Confesercenti. Presenti in aula anche il manager dell'Asl 10 Claudio Pieri, rappresentanti del Comune di Molochio e del GalVate di Palmi.
Diverse le analisi, le conclusioni e le proposte scaturite dal dibattito. Tra queste ultime, anche se da più parti non condivisa, quella di istituire presso ogni comune un assessorato alle politiche della legalità. La constazazione più ricorrente, invece, è stata quella che da parecchi anni l'emergenza criminalità è stata sottovalutata e, soprattutto nella provincia reggina, prima in ordine di attentati a politici ed amministratori, essa costituisce una delle cause dell'arretratezza economica e della perenne crisi in cui è destinata a sprofondare. La magistratura, a questo proposito, è stato rilevato dall'on. Angela Napoli, dovrebbe avere un ruolo determinate per rimuovere tale stato di cose assicurando la prevenzione delle attività criminose e garantendo contestualmente l'applicabilità e la certezza della pena.
"I poveri sindaci sono gli ultimi anelli della catena delle istituzioni, impegnati da sempre ad operare in prima linea in realtà sociali dove spesso devono confrontarsi, o meglio scontrarsi, con mentalità ottuse non disposte ad accettare i più elementari principi che il rispetto della legalità impone" Questa. infine, una delle tante amare considerazioni emerse nel corso dei lavori.

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