a


 Indice

San Mercurio, martire



San Mercurio - Basilica Madonna dei Poveri, Seminara


San Mercurio immagine inedita affresco -Monastero di Chevetogne (Belgio)

Seminara, città della quale San Mercurio è il patrono, conserva, nel Santuario della Madonna dei Poveri, compatrona, ivi molto venerata, un complesso, realizzato in cartapesta nel 1959, a cura dell’Amministrazione comunale, raffigurante il Santo con l’elmo in testa, con la lancia nella mano destra, su un cavallo bianco, mentre a terra vi è l’imperatore Giuliano che sta per ricevere da lui il colpo mortale.

In suo onore sorgeva un monastero nella Contrada chiamata ancora oggi “San Mercuri”, lungo l’antica strada che da Taureana porta a Seminara. Nel Sinassario Armeno la sua festa ricorre il 26 novembre. A Seminara è ricordato il 25 novembre. E’ proprio in questa ricorrenza, che nel 2004, dopo decenni di oblio, i Padri della Basilica di Seminara hanno ripreso il culto di questo santo, di cui (tra i giovani) non si aveva più il ricordo. San Mercurio è raffigurato in vesti da guerriero, talvolta anche nelle vesti di cavaliere crociato, ma per lo più è rappresentato nell’atto di uccidere l’imperatore Giuliano l’Apostata: così appare su un bassorilievo quattrocentesco e alcuni stemmi conservati nel municipio della Città di Seminara, dettati, o dalla Leggenda di Jacopo da Varazze, o, più verosimilmente, da tradizioni locali di provenienza siriana. Il culto di Mercurio è di chiara origine militare, rimanendo oscurato, per così dire, dal culto, nello stesso giorno, di Santa Caterina, di impronta monastica, diffuso grazie al prestigio del Monastero di Santa Caterina al Monte Sinai.

Lo storico Vincenzo Saletta (Storia Archeologica di Taurianum), ci riferisce che nel martirologio romano, è riportato un centurione taurianese, San Mercurio, il quale era in missione in Sicilia al seguito dell’esercito romano; scopertasi la sua qualità di cristiano, subì il martirio assieme a tre compagni, pure taurianesi. A tal riguardo riveste particolare importanza la notizia che la Chiesa siciliana di Lentini, ricorda un santo martire Mercurio, centurione romano, il 10 dicembre. Altre notizie le troviamo negli acta santorum dei Padri bollandisti (che hanno curato la più grande raccolta di vite di Santi): essi riferiscono che San Mercurio Martire visse in Oriente, al tempo di Decio e di Valeriano, era figlio dello scita Gordiano, fu arruolato nell’esercito romano e assegnato alla legione dei Martisii. Il racconto della sua vita ci dice che nelle campagne contro i barbari a cui egli prese parte, si distinse per il valore militare, perché un angelo gli dava continuamente sostegno ed incoraggiamento. Per questo motivo, egli fece una rapida carriera e giunse fino al grado di generale. Scoppiata la persecuzione, egli fu accusato di essere cristiano e confermò l’accusa davanti all’imperatore. Allora fu condannato a morte, ed il racconto si sofferma a descrivere aspri tormenti ai quali sarebbe stato sottoposto il Santo. Fu legato a quattro pali e tagliato con coltelli per tutto il corpo, mentre sotto di lui divampava un fuoco, le cui fiamme venivano spente dal suo stesso sangue. Poi venne sospeso per la testa, con un macigno attaccato ai piedi. Quindi venne flagellato con fruste metalliche. Alla fine, portato a Cesarea di Cappadocia, venne decapitato. Quando subì il martirio aveva 25 anni. Era di corporatura imponente, splendido alla vista, biondo, con le guance rosate.

Domenico Bagalà

 
  a