DAL PROGETTO D'ISTITUTO

"EDUCAZIONE ALLA SALUTE"

 

 

 

 - Cibi Transgenici OGM: 

sapere per difendersi, riflettere per  sopravvivere -

 

Dal 21 marzo 2002 le due classi terze della scuola media hanno avviato un progetto riguardante una tematica molto attuale: “L’ingegneria genetica e le biotecnologie”. E’ stato avviato questo progetto per consentire agli alunni di comprendere, in modo più chiaro, il significato di ingegneria genetica e biotecnologie visto che di continuo i mass-media ne parlano.

Gli alunni, seguiti dalla professoressa di scienze, hanno dimostrato interesse e curiosità durante le lezioni con le quali hanno arricchito le loro conoscenze. A conclusione del progetto, presso l’Istituto, si è tenuto anche un convegno durante il quale gli alunni hanno aperto un dibattito con alcuni specialisti ponendo domande sul tema in questione.

L’importanza della tematica deriva dal fatto che con questa  nuova scienza  è possibile modificare il patrimonio genetico di una specie intervenendo direttamente sui suoi geni con una tecnica detta “Tecnologia del DNA Ricombinante”. Tale processo è stato applicato non solo nel campo medico, ma anche nel campo agro-alimentare. Su quest’ultimo aspetto si sono soffermati i ragazzi della III B, i quali hanno voluto relazionare sull’argomento con degli approfondimenti che di seguito si riportano.

Le piante costituiscono un settore privilegiato dell’ingegneria genetica perché da una parte rappresentano dei sistemi a basso rischio, dall’altra offrono notevoli orizzonti per migliorare le condizioni di vita dell’uomo. Visto che le coltivazioni sono continuamente attaccate e distrutte dai parassiti o compromessi dalla presenza di erbacce si è fatto ricorso alle piante transgeniche, ovvero piante contenenti un gene proveniente dall’organismo di un’altra specie, cioè un gene capace di codificare proteine tossiche che oppongono una maggiore resistenza alle malattie provocate dai parassiti; in questo modo il mais è stato reso resistente al suo principale nemico: la piralide, la cui larva rade il fusto della pianta distruggendolo. Ancora, per difendere i raccolti dagli erbicidi si applica la stessa strategia, ossia si inseriscono nella pianta geni prelevati da batteri insensibili al composto chimico dell’erbicida, ciò rende la pianta più resistente nei confronti della sostanza che agisce solo sulle erbacce. Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna viene commercializzato un tipo di pomodoro modificato geneticamente, per ritardarne l’avvizzimento, che trasferito nel DNA del pomodoro un gene dalle funzioni opposte a quelle del gene che produce l’ormone (etilene) la cui attività induce la maturazione; anche sulla patata viene introdotto un gene proveniente da un batterio capace di aumentare la produzione di amido nei tuberi riducendo allo stesso tempo il loro contenuto di acqua, quindi, la patata geneticamente modificata oltre ad avere un potere nutritivo più elevato assorbe  pochissimo grasso di frittura. Sulla pianta di girasole si sta intervenendo allo scopo di produrre oli più stabili e nutritivi con un contenuto inferiore di grassi saturi (i più nocivi per la salute umana). Gli stessi procedimenti sono stati effettuati anche su altre specie di vegetali quali: i broccoli, la melanzana, ecc… 

Pertanto, ”Dove sia nessuno lo dice, come sia nessuno lo sa” potrebbe essere questo il motto da attribuire al cibo transgenico, infatti, il gene c’è ma non si vede,  come nelle merendine, negli oli, nei sughi, nel cioccolato, nei biscotti ecc…Per questi alimenti e per molti altri viene applicata la tecnica del DNA ricombinante senza che i consumatori ne abbiano alcuna conoscenza, poiché nelle relative relazioni non viene segnalato alcun intervento tecnologico. Succede, così, che migliaia di prodotti preparati con ingredienti derivati da soia e mais coltivati negli Stati Uniti e geneticamente modificati finiscono sulle nostre tavole.

Nonostante questi aspetti negativi, bisogna sottolineare che le piante transgeniche per la possibilità che hanno di produrre anticorpi contro i più comuni parassiti consentono di evitare l’utilizzo di concimi chimici nocivi sia per l’uomo che per l’ambiente. Oggi sono sempre più gli Italiani che nei supermercati si indirizzano verso i prodotti biologici e verso gli alimenti transgenici, anche se questi hanno un costo più elevato.

Ciò  si induce a considerare l’ingegneria genetica uno strumento formidabile nelle mani dell’uomo e l’uso delle sue tecnologie, infatti, è ritenuto vantaggioso da molti ricercatori i quali ricordano, però, che è auspicabile che ricerca e sperimentazione vengano svolte con estremo senso di responsabilità civile e morale da parte degli scienziati di tutto il mondo, per non rischiare di alterare il fragile equilibrio della natura, raggiunto dopo tantissimi anni di evoluzione. A tal proposito la biologa  e biochimica, Mae Wan Ho, denuncia che ricercatori, industriali e politici sono coinvolti in questo campo dell’ingegneria genetica e nella biotecnologia perché dietro alla scienza vi è un giro esorbitante di capitali.La biologa, ancora,  afferma che, comunque, la scienza di per sé non è cattiva, ma c’è in giro cattiva scienza. 

Ricerca svolta dagli alunni di III B, durante le ore di compresenza, seguiti dalle

 docenti di scienze Viviana Santostefano e di  lettere Angela Raco; 

anno scol. 2001/2002.

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