DAL PROGETTO
"LA COMUNICAZIONE INTERPERSONALE
E - I
LINGUAGGI NON VERBALI"
LA SCRITTURA BRAILLE
Noi ragazzi della II B con la professoressa Maria Scudo, nostra insegnante di Italiano e responsabile del progetto "I linguaggi e la comunicazione interpersonale", abbiamo compreso meglio cos'è la comunicazione e quali sono i vari modi per comunicare. Queste lezioni sono state molto interessanti perché abbiamo capito che anche il silenzio parla e che comunicare non vuol dire solo parlare. Tra le tante lezioni ne ricordiamo una molto interessante, quando l'insegnante ci ha spiegato come possono comunicare i non vedenti attraverso l'alfabeto Braille, del cui ci ha spiegato il meccanismo.
Per usare questo linguaggio sono necessari una tavoletta, un punteruolo e un cartoncino, che abbiamo visto e toccato con mano. Questa tavoletta è composta da tanti piccoli riquadri rettangolari che si suddividono in quattro quadretti; con il punteruolo si incide il cartoncino che va inserito all'interno della tavoletta e poi dalle diverse posizioni dei puntini si ottengono le varie lettere dell'alfabeto Braille.
Appena si finisce di scrivere si toglie il cartoncino dalla tavoletta e si gira dalla parte opposta, e così i non vedenti con i polpastrelli delle dita, toccano i puntini in rilievo e riconoscendone la loro posizione, capiscono la parola scritta.
Anche i non vedenti così possono comunicare e prefiggersi con forti sacrifici, traguardi che è molto difficile realizzare, come per esempio la Laurea.
Lavoro svolto, in classe, dagli alunni di II B Arianna Tripodi, Mary Tropeano, Giuseppe Pellegrino. annoscol.2001/02.
RIFLESSIONI SUL FILM
ANNA DEI MIRACOLI
A conclusione del progetto "I linguaggi e la comunicazione interpersonale" intrapreso durante l'anno scolastico con la professoressa di Lettere Maria Scudo, qualche giorno fa, abbiamo visto un film: "Anna del miracoli" che parlava di Helen una bambina cieca, sorda e di conseguenza muta. Helen veniva trattata come un animaletto, suscitava negli altri pietà e per questo, poteva fare tutto ciò che voleva senza essere mai rimproverata. Un giorno, in aiuto ad Helen (ed alla sua famiglia), arrivò Annie, un'istruttrice (anche lei da bambina non vedente!) Annie capì la situazione della bimba, si impose di non aver pietà, di non trattarla come una persona diversa ma come una bambina normale. Infatti, Helen dimostrò di essere intelligente come tutte le bambine della sua età, faceva i capricci e aveva tanto bisogno di affetto; però questo, i suoi genitori non lo capivano e la giustificavano sempre in ogni cosa che faceva, anche la più sbagliata! Così Helen era disorientata; non aveva punti di riferimento e non aveva regole. Nessuno sapeva purtroppo entrare nel suo mondo senza luci e suoni, fino a quando l'arrivo di Annie non cambiò tutto. Non è stato facile per Annie comunicare con Helen, però con la buona volontà è riuscita nel suo intento.
Da questo film abbiamo capito tante cose. La prima è stata che comunicare non è sinonimo di parlare, ma una cosa ben diversa; ci sono vari modi per comunicare, ad esempio, c'è la comunicazione corporea e quindi tattile; infatti Helen con l'aiuto di Annie è riuscita ad associare un gesto ad un significato e quindi ad un oggetto.
Abbiamo capito anche, che le persone le quali presentano handicap sensoriale non vanno escluse o trattate diversamente dagli altri ma devono essere trattate come tutti perché handicap sensoriale non significa insufficienza mentale , la menomazione non deve impedire loro di conoscere il mondo.
Concludiamo dicendo che questo film è stato molto commovente ed istruttivo, anche perché parlava di una storia vera e di un problema che purtroppo nel mondo esiste e che molti non saprebbero che affrontare. Così, abbiamo capito il perché del titolo del film: "Anna dei miracoli"; Annie è riuscita a compiere un grande miracolo; far comunicare Helen che prima del suo arrivo non aveva la minima idea di come potersi esprimere e di comprendere l'altro!
Lavoro svolto nella classe II B dagli alunni Chiara Vaticano e Matteo Bagnato.
Anno scol 2001/2002.