LA SALUTE DEL NOSTRO MARE

Alcuni studi condotti dall'ICRAM, Istituto Centrale per la Ricerca Applicata al Mare, mostrano come il Mediterraneo è uno dei mari più colpiti dall'inquinamento: basti pensare che ogni anno nelle sue acque vengono riversati oltre 1000.000.000 tonnellate di rifiuti solidi; 900.000 tonnellate di materie adesive e 1'5 milioni di tonnellate di materie chimiche. Il Mediterraneo ha un lento ricambio delle acque e sfociano grandi fiumi come l'Ebro, il Reno, il Po, il Nilo immettendo sostanze tossiche riversate dagli insediamenti urbani e industriali posti sul loro corso.

Lungo le coste vi sono settanta raffinerie e le sue acque sono solcate da petroliere di tutto il mondo; pertanto i danni alla vita acquatica sono incalcolabili se si considera che una tonnellata di petrolio si espande sulla superficie del mare per circa 12 Kmq uccidendo ciò che tocca e impedendo l'ossidazione delle acque sottostanti.

Le sostanze organiche scaricate in mare hanno dato luogo al fenomeno dell'eutrofizzazione delle alghe, impedendo la pesca. Anche l'abusivismo edilizio sulle coste ha distrutto l'integrità del paesaggio costiero.

Per proteggere il Mediterraneo vi sono accordi per salvaguardare le acque per la balneazione, per la pesca e la coltura dei molluschi; questi accordi servono perché nelle acque sono presenti pesticidi, idrocarburi e metalli pesanti, che incidono sulle comunità di pesci e mammiferi marini.

Ecco perché la necessità da parte del ministero dell'ambiente ad effettuare un riordino di tutto il sistema di norme relativo alla tutela delle acque, infatti a partire dal 1999, anno in cui, a Roma, si è tenuta per la prima volta una conferenza nazionale dedicata a tutti gli operatori del settore e da questa prima conferenza ne seguiranno altre ogni due anni.

Ricerca svolta dai ragazzi di II B, nell'anno scol. 200/2001, durante le ore di compresenza, seguiti dalle docenti Viviana Santostefano e Angela Raco.

 

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