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IL NOSTRO PAESE: VARAPODIO
A circa 70 km dal suo capoluogo Reggio Calabria, adagiato ai piedi dell’Aspromonte, ad un’altezza di circa 230 m. sul livello del mare, sorge Varapodio; da questo paese, quindi, si raggiungono facilmente le spiagge del mar Tirreno, dello Jonio e l’Aspromonte. Esso si trova all’interno della fascia della piana di Gioia Tauro, pertanto l’agricoltura è il settore trainante dell’economia, mentre l’industria è presente con opifici per la maggior parte a conduzione familiare; vi sono, anche, alcune fabbriche di trasformazione degli agrumi, ma è anche discreta l’attività artigianale, commerciale e dell’edilizia. Varapodio fa parte della Comunità Montana nel versante Tirrenico ed è situato nell’area del Parco Nazionale dell’Aspromonte. Vi ha sede la Stazione dei Carabinieri, l’ufficio Postale, la filiale della Banca Credem e la dirigenza dell’Istituto scolastico comprendente i tre ordini di scuola materna, elementare, media del paese e la scuola elementare del vicino paese di Terranova. Ecclesiasticamente è sotto la giurisdizione della Diocesi Oppido-Palmi; la comunità di Santo Stefano è guidata da “Don De Masi”, mentre quella di San Nicola è guidata da “Don Mino Ciano”. Fra le feste religiose popolari del Paese, due sono molto sentite dai cittadini, la festa in onore alla Madonna del S. Rosario, fine Agosto; e quella della Madonna del S. Carmelo, seconda metà di Luglio.
Le origini del Paese si perdono nel tempo e le fonti storiche riferiscono che esso fu abitato già da “Osci o Bruzi” e fu anche colonia greca e romana; anche i Bizantini, gli Svevi, i Normanni, gli Angioini, gli Aragonesi, i Saraceni, gli Spagnoli si fermarono nel paese. Il suo nome ha subito diverse evoluzioni nel tempo: dal primitivo Marrapodi, Barapodi, Baropedium, Varapodi fino al definitivo Varapodio, all’inizio del 1800. Il 4 Maggio 1811, in seguito al reggio decreto n° 922, Varapodio fu dichiarato comune autonomo del circondario di Oppido Mamertina.
Uomini illustri si sono distinti nella loro attività dando lustro, alla storia del Paese: Giuseppe Villivà, 1807-1864, sacerdote e filosofo; a Lui è intitolata la scuola elementare. Raffaele Sammarco, 1886-1951, poeta, letterato e giornalista; a Lui è intitolata la scuola Media. Carmelo Faccioli, 1792-1861, scrittore e storico. Giuseppe Careri, 1850-1905, giurista, giornalista, economista. Mons. Giuseppe Virdia, 1820-1903, alto prelato e vescovo di Cariati (C.S.). Tommaso Virdia, 1859-1957, scrittore e generale medico dell’esercito. Giuseppe Pellegrino, 1881-1957, generale di divisione dell’esercito. Carmelo Lenzi, 1875- 1968, musicista, compositore dell’Inno Nazionale dell’Artiglieria Italiana. Raffaele Monteleone, 1911-1980, musicista e compositore, a Lui è intitolato il complesso bandistico municipale “Città di Varapodio.
Varapodio si presenta come un paese accogliente, pulito ed ospitale; le piazze S.Stefano e S. Nicola con le artistiche illuminazioni, la via Umberto con la sua antica pavimentazione di pietra lavica; la via Ognissanti interamente ristrutturata; la nuova villa comunale con il suo anfiteatro; piazza Calvario immersa nel verde e tra le due spaziose tangenziali: via D. Alighieri e Via Rimembranze, le quali sollevano il centro storico dal traffico. Infine , la frequentissima via Generale Tommaso Virdia, isola pedonale, in particolare nelle serate estive varapodiesi.
Bisogna riconoscere che l’aspetto del Paese è cambiato rispetto a molti anni fa, basta guardarsi intorno, sono state costruite villette, case, sono sorti negozi di vario genere, per accorgersi come la vita sociale dei cittadini è migliorata. I bambini, trascorrono il loro tempo libero divertendosi al Parco giochi, nelle piazze, nella villa, mentre i giovani si fermano,oltre che al Parco giochi lungo la via G. Virdia. Questa abitudine, vista come relax, è diffusa anche tra le persone adulte e per chiunque si trovi a soggiornare nel paese, anche perché durante le serate d’estate spettacoli e manifestazioni varie come: opere teatrali, concerti musicali classici e folkloristici allietano e rallegrano le serate.
Testo giornalistico preparato
dagli alunni della III B, durante le ore d'Italiano, seguiti dalla docente Angela Raco, anno scol. 2001/2002.